Cultura

Mario Biondi: «Amore è anche cura della salute nostra e altrui»

Il crooner al Grande per il concerto benefico promosso da Airc per la ricerca
L’emozione di un timbro basso. Mario Biondi, noto in Italia e, sempre più, nel mondo
L’emozione di un timbro basso. Mario Biondi, noto in Italia e, sempre più, nel mondo
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«La nobiltà, nella musica e nella vita, è una questione di rispetto della sensibilità propria e altrui. Con i suoni e le canzoni si viaggia su un terreno etereo e impalpabile, quello dell’anima». Nonostante le fatiche (decisamente ripagate) dell’ultima tournée europea, Mario Biondi introduce con lucidità la propria prossima performance al Teatro Grande, questo martedì, in occasione del concerto benefico promosso da Airc in collaborazione con la Fondazione del Teatro Grande, a sostegno della ricerca per curare il cancro ai polmoni.

In crescita. «Comincio col dire che il mio timbro vocale non deriva dal fumo di sigarette», esordisce il cantante catanese. La profondità fonica e sonora hanno spinto Biondi alla conquista dei mercati europei e in particolare, nell’ultimo periodo, di quello dell’ex Unione Sovietica. «Sono zone - spiega - da sempre legate a vocalità importanti, che hanno dato i natali a celebri bassi della musica lirica. Forse per questo il mio stile lì piace così tanto». Ma anche altrove, Italia compresa, le sue note soul-jazz sono molto apprezzate.

La principale differenza tra il nostro e gli altri mercati musicali, secondo Biondi, sta nell’eterogeneità: «In altri Paesi europei i generi ascoltati sono più vari, basta salire su un taxi e fare caso ai brani trasmessi dalle emittenti radiofoniche per rendersene conto». Anche grazie all’utilizzo della lingua inglese nei suoi pezzi, quella di Biondi è una carriera partita e sviluppatasi in chiave internazionale e multiculturale. Ne è l’emblema il brano che l’ha fatto emergere nel 2004, «This is what you are»: pensata per il mercato giapponese, la canzone è arrivata di corsa sulle radio europee. Ed è proprio il suo cavallo di battaglia l’unica certezza per la performance bresciana: «Ogni mio concerto si basa sull’interazione con il pubblico e sulla componente umana, che sono elementi imprevedibili. Perciò ogni volta nasce qualcosa di diverso. Dare anticipazioni - afferma ridendo - sarebbe come diffondere fake news. Sarà uno spettacolo divertente».

Lo show, in programma alle 21 (biglietti da 25 a 60 euro, acquistabili alla biglietteria del Teatro Grande oppure on-line su www.vivaticket.it, info allo 030/2979333), porta in seno un messaggio di attenzione alla propria e all’altrui salute, aspetto che trova, secondo Biondi, una sintesi perfetta nel brano «Love is a temple».

«Sia - spiega - per l’idea del custodire qualcosa (il benessere, la mente, il corpo...) sia perché amore è anzitutto preoccuparsi per la propria salute e per quella degli altri». Sulle locandine è Mario Biondi, ma lui si considera, sempre e comunque, parte di una band: «Alla fine io devo solo cantare. Senza i miei musicisti non sarei nessuno».

L’affiatato ensemble è formato da Max Greco (tastiere), Federico Malaman (basso), David Florio (chitarre e percussioni), Marco Scipione (sax), Fabio Buonarota (tromba) e Alessandro Lugli (batteria), che porteranno sul palco del Grande un ventaglio musicale eclettico che va dal rock al pop, passando per il reggae. La ricerca dell’arte e l’arte per la ricerca: si condensa in un gioco di parole la quinta edizione del concerto annuale targato Airc, il cui ricavato sarà interamente devoluto a sostegno della lotta contro il tumore ai polmoni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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