Cultura

Marco Giuradei: una nuova vita da produttore

Ha seguito il fratello Ettore e adesso lavora nella Taverna Studio con una serie di band emergenti
Marco Giuradei all'ingresso del suo studio di registrazione in Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
Marco Giuradei all'ingresso del suo studio di registrazione in Franciacorta - © www.giornaledibrescia.it
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Lontano dalle scene, ma non per questo lontano dalla musica. Marco Giuradei, da molti conosciuto grazie al progetto artistico con il fratello Ettore che nell’ultima decina d’anni lo ha portato a calcare i palcoscenici di tutta Italia, ha sfruttato questo periodo di un anno e mezzo lontano dai riflettori per reinventarsi come produttore musicale.

Adagiato sulle colline della Franciacorta, il Taverna Studio (dove la band Giuradei aveva già interamente registrato e mixato l’omonimo album del 2013), sta così conoscendo negli ultimi tempi un nuovo fermento artistico, aprendo i propri spazi non solo a band emergenti del panorama indie bresciano, ma anche a nomi più conosciuti, come ad esempio il cantautore milanese Giancarlo Onorato.

«La mia esperienza come produttore nasce con i nostri due ultimi album, "La Repubblica del Sole" e "Giuradei", un periodo in cui ho avuto la possibilità di approfondire le tecniche di registrazione grazie alla collaborazione con Domenico Vigliotti, fonico che ci ha accompagnato per tutti questi anni di live e produzione - spiega Marco -. Questo momento di pausa che ci siamo presi come band mi ha poi spinto ad approfondire questo mondo».

Ora il più giovane dei fratelli Giuradei accoglie gli artisti nella bellissima scenografia della tenuta vicino a Provaglio d’Iseo, dove la sua famiglia ha aperto anni fa un bed and breakfast, e mette a disposizione il suo lavoro e la sua consulenza a chiunque voglia cimentarsi nella registrazione e realizzazione di un disco, non limitandosi unicamente alla scena indipendente.

«Il valore aggiunto di questo studio forse è proprio il luogo in cui si trova, che permette di lavorare in modo sereno in un contesto bello e rilassante - continua il musicista, classe 1986 -. Io poi ce la metto tutta. Ci sono diversi modi di fare una produzione e, secondo me, il produttore migliore è quello che riesce a far rendere al meglio le capacità già presenti in un gruppo. In questo ultimo anno è andata bene e ho avuto modo di incontrare gente appassionata. Per ora il mio progetto più importante è stata la coproduzione dell’ultimo album di Giancarlo Onorato, che uscirà a breve. Per il resto ho lavorato molto con progetti emergenti, come ad esempio Kamal, Di noi stessi e altri mondi, Ramus, Zooming in Togliattigrad, ma sono aperto a tutti i generi musicali. Quello che mi interessa è puntare su una certa idea di qualità, anche andando incontro agli artisti, pur di ottenere un lavoro fatto bene».

Una nuova carriera dunque, alternativa e forse parallela a quella da musicista. Perché Marco Giuradei non sta disimparando come si suona, anzi.

«Attualmente sono in tour in tutta Italia con la band combat folk calabrese Nuju, nella quale suono la fisarmonica e il synth - continua il polistrumentista bresciano -. Poi ho suonato anche in qualche data dal concerto "ExLive" di Giancarlo Onorato e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Nel frattempo colleziono idee, magari per realizzare in futuro qualcosa di mio».

Tutto questo insieme all’impegno come direttore artistico per l’associazione culturale LiberiDì, la quale organizza un festival musicale sulle colline di Provaglio d’Iseo, giunto quest’anno alla sua terza edizione e che avrà luogo dal 21 al 23 luglio.

«Il mio sogno è quello di far partire in futuro un’Accademia Popolare - conclude Giuradei -, magari co-finanziata dagli eventi annuali e creata insieme a un corpo docente selezionato e partecipe. Un progetto che sia popolare nei prezzi, per lavorare con alunni meritevoli, creando un ambiente meno freddo rispetto a quello di molte accademie che ci sono in giro, che possa far rinascere un folklore vissuto e sentito, qualcosa, anche in questo, che si concentri particolarmente sulla qualità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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