Lucio Dalla "millemiglista" convinto
Non esitava a definirsi un «millemiglista convinto». E non solo perché ha dedicato canzoni alla corsa bresciana e ai suoi storici protagonisti, come «Nuvola» Nuvolari, ma anche perché per ben tre volte è salito a bordo di una «vecchia gloria» per vivere in prima persona le emozioni della gara.
È proprio nel segno della Freccia Rossa che tra Lucio Dalla e la nostra città si era instaurato un legame speciale. Un legame che risale addirittura alla giovinezza: «Mi ricordo - ci aveva raccontato nel corso di un’intervista nel 2008 - quando mio padre mi portava a vedere i passaggi nei vicoli di Bologna. La nazione partecipava in massa a questo evento. La macchina aveva allora un significato particolare: rappresentava la trasformazione nel segno del futurismo. L’Italia veniva allora da una cultura contadina e la Mille Miglia era in qualche modo un’anticipazione dell’industrializazione, della trasformazione del Paese».
Ma il cantautore bolognese non ha mai smesso di subire il fascino della Freccia Rossa, che oggi al contrario è diventata quasi un antidoto alla vita moderna: «Ormai - ci aveva detto in tono nostalgico - la macchina s’è trasformata in quello che sappiamo. E poi oggi c’è l’autostrada, nessuno guarda più il paesaggio. Il traguardo del weekend fa perdere di vista tutto quello che ci sta attorno. Io non amo affatto questo stile di vita: al contrario, specie d’estate, adoro guidare macchine aperte, mi piace sentire il vento sulla pelle e godermi il paesaggio. Ecco, le rievocazioni della Mille Miglia conservano un fascino unico anche per questo: hanno un sapore che riporta indietro nel tempo».
tedo
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