«Luce» e musica con Mannoia e Rea tra cantautori e jazz
L’incanto del Teatro Grande di Brescia, dopo quello del Vittoriale gardesano. Cambia la cornice, ma non viene meno il valore aggiunto garantito da location straordinarie per il concerto «Luce», che Fiorella Mannoia e Danilo Rea hanno messo in scena questa sera nel massimo cittadino. Il concerto è da tempo sold out (nessun biglietto disponibile) ed è organizzato a favore del Comitato Lombardia di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, per raccogliere fondi a sostegno dei migliori progetti di ricerca per la cura del tumore al seno.
Il palco era volutamente spoglio, giusto un pianoforte circondato da evocative candele a creare un’atmosfera suggestiva: il piatto forte sono d’altronde la cantante romana, con la sua voce inconfondibile, e il virtuoso pianista nato a Vicenza, coppia d’occasione che gira l’Italia con uno show immaginato per decenni, a cui hanno finalmente dato corpo.
La scorsa estate, Mannoia e Rea ci presentarono la loro collaborazione come «un’alchimia e un incontro tra generi diversi, la dimostrazione che pop e jazz possono coesistere», sottolineando così il loro differente background musicale. Che in verità, per quanto riguarda la performer è forse più legato alla canzone d’autore che non al pop in senso stretto, mentre è jazz ecletticamente aperto al rock (e con un senso tutto italiano della melodia), quello del pianista.
La scaletta ha subito piccole variazioni da un live all’altro, ma sotto i riflettori ci sono sempre brani come «La donna cannone» di De Gregori, «Messico e nuvole» di Jannacci, «Come si cambia» di Fossati, «Sally» di Vasco Rossi, «La cura» di Battiato e la battistiana «E penso a te»; con «Margherita» di Cocciante che è la canzone del cuore per entrambi e «Caffè nero bollente», che per Mannoia è come «una vecchia foto della gioventù a cui guardo con tenerezza». Il tutto servito con classe ed eleganza, con la capacità di emozionare.
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