Cultura

Lucarelli e il suo De Luca tornano con «L'inverno più nero»

Tre omicidi nella Bologna del 1944 per commissario De Luca
«L'inverno più nero» di Lucarelli - © www.giornaledibrescia.it
«L'inverno più nero» di Lucarelli - © www.giornaledibrescia.it
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«De Luca guardava da un'altra parte. Seduti su un cumulo di macerie accanto a uno degli archi più piccoli di Porta Saragozza, proprio sotto il cartello che indicava l'ingresso nella Sperzone del centro di Bologna, con quell'altro, più piccolo, verboten, proibito, mezzo strappato da una scheggia dell'ultimo bombardamento, c'erano due militi della Brigata Nera. Fumavano anche loro tranquilli, i fucili mitragliatori di traverso sulle ginocchia». Per risolvere un caso De Luca è disposto a tutto, perfino a vendere l'anima al diavolo. Questa volta, però, ha l'occasione di fare la cosa giusta nel modo giusto. Carlo Lucarelli torna con le avventure del commissario De Luca con 'L'inverno più nerò: si tratta della sesta indagine scritta dall'autore ambientata negli ultimi giorni del fascismo. Il poliziotto deve risolvere «tre delitti nello spazio di 400 metri». 

Nel romanzo, ambientato a Bologna, siamo nel 1944: la città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all'inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti. Convinti che solo lui possa aiutarli. Il centro della città è ridotto a una stalla: 18mila bestie sono al riparo sotto ai portici. Fa un freddo boia. Si respira fame e paura. La città è distrutta, i torturatori sono al lavoro negli ultimi giorni del regime fascista.

De Luca dice: «Ho guardato dalla parte sbagliata, anzi? non ho guardato proprio, da nessuna parte, e quando me ne sono accorto era troppo tardi». Alle 17:10, al primo calare del sole, il coprifuoco avrebbe trasformato il suk dentro le mura di Bologna in una città fantasma, accecata dall'oscuramento e muta, a parte gli scarponi delle pattuglie o quelli dei partigiani. «Ma fino a quel momento, quella casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in una galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in più per superare quello che per tutti, dall'inizio della guerra, forse da sempre, era l'inverno più ruvido e freddo. L'inverno più nero», appunto.

Carlo Lucarelli (Parma, 1960) è autore di romanzi, saggi e sceneggiature. Tra i suoi ultimi libri usciti per Einaudi Stile Libero, Albergo Italia (2014), Il tempo delle iene (2015), Intrigo italiano (2017), Peccato mortale (2018) e L'inverno più nero (2020). Gli ultimi tre titoli hanno segnato il ritorno sulla scena del commissario De Luca, già protagonista di una trilogia (pubblicata in origine da Sellerio e ora da Einaudi Stile Libero) che comprende Carta bianca, L'estate torbida e Via delle Oche. Per molti anni ha condotto trasmissioni televisive in cui ripercorreva celebri casi criminali esaminandone gli aspetti rimasti oscuri: l'ultima, Inseparabili - Vita all'ombra del genio, partita il 17 febbraio su Sky. 

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