L'omaggio al genio di Michelangeli sotto la Vittoria Alata
«Omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli nel centenario della nascita», il 5 gennaio 2020: l’associazione Bellearti, presieduta da Massimo Minini, rende omaggio ad Arturo Benedetti Michelangeli, con il concerto a porte chiuse del pianista Alexander Romanovsky nella Sala della Vittoria Alata al Capitolium di Brescia, che viene trasmesso oggi, 25 dicembre, da Ansa.it (dalle 15 in rotazione) e da Sky Classica (alle 21), il 26 dicembre sui canali social (Facebook e YouTube) di Bellearti e che il 1° gennaio andrà in onda su Teletutto.
«Benedetti Michelangeli è riuscito a innalzare l’atto del suonare il pianoforte ad una funzione quasi sacra - afferma Romanovsky -. Possiamo parlare del suo suono raffinatissimo, virtuosismo ai limiti dell’immaginazione sempre invisibile e dosato, però quello che colpisce in lui più di tutto è la sua capacità di addensare i sensi, di spogliare dell’"innecessario" l’idea e di rendere la musica incredibilmente rigorosa, ma intensa allo stesso tempo».
«Nell’arte non esiste il progresso - prosegue Romanovsky -, i grandi che hanno toccato con un dito l’assoluto, rimangono per sempre contemporanei e quindi i giovani possono e vogliono confrontarcisi. Come sempre contemporanea rimane anche la voglia dell’uomo di comprendere l’ignoto, di avvicinarsi al divino, e nell’arte di Benedetti Michelangeli sembra proprio celarsi un mistero, il quale, forse, alle generazioni future potrà svelarsi di più che a noi».
Questo concerto celebrativo è suggestivamente ambientato nel Capitolium, dove è allestita la grande scultura romana in bronzo della "Vittoria Alata", appena restaurata, e prevede brani di Bach, Beethoven, Chopin - particolarmente amati da Michelangeli. Questo il programma: J. S. Bach, Ciaccona dalla Partita N. 2 per violino solo, BWV 1004, trascrizione per pianoforte di Rudolf Lutz; Beethoven, Sonata op. 27 n. 2 "Al chiaro di luna" (I. Adagio sostenuto; II. Allegretto; III. Presto agitato); Chopin, 12 preludi dall’op. 28.
«Arturo Benedetti Michelangeli ci ha lasciato in eredità un corpo di registrazioni di una bellezza cesellata e costruita attraverso un lavoro per molti versi estremo della ricerca di qualità - spiega Romanovsky -. Proprio per questa ragione praticamente in ogni genere di composizioni troviamo un Michelangeli puro al 100 per cento. Debussy, Beethoven o Chopin, ogni opera è passata per il setaccio dell’animo e della personalità Michelangiolesca di una finezza e concentrazione tali da acquisire il suo gusto inconfondibile. Personalmente amo quelle sue esecuzioni dove all’improvviso dietro il sipario del suo aspetto severo e quasi ascetico si scorge un cuore malinconico e sensibile come succede in alcune mazurche e nei valzer di Chopin. Un’altra registrazione tra le mie preferite è il primo concerto di Beeethoven con Carlo Maria Giulini - un incontro ideale di due musicisti diversissimi».
L’evento è documentato dalle immagini di Giovanni Gastel, tra i maggiori fotografi internazionali di moda nonché scrittore e poeta.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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