Lo sguardo sulla nostra provincia, sin dai primi del ’900
Duecentotré fotografie. Ventidue articoli da riviste. Dieci documenti archivistici. Questo, al momento, il patrimonio consultabile on line su Digitouring riferito alla nostra provincia e collocabile nella prima metà del Novecento.
Il documento archivistico più antico conservato è un esemplare del primo tipo di tessera del Touring rilasciata nel 1895, l’anno seguente la fondazione del Tci, a Gino Locatelli di Chiari. Degni di interesse per riscostruire nel tempo lo sviluppo turistico della nostra provincia sono gli approfondimenti sulle riviste storiche istituzionali.
Nel 1904 si svolge in città il Congresso nazionale del Tci in concomitanza con l’Esposizione in Castello. Ampio spazio è dato alla viabilità provinciale, specie a quella sulla riviera bresciana del Lago di Garda. «Chi dice Touring, dice strade» si legge negli atti del Tci del 1921, per mettere in luce l’importanza capitale che nel programma del sodalizio assumono nei primi vent’anni del Novecento i problemi stradali.
Nel 1910 si occupa del tema l’ingegner Vittorio Cinque, capo ufficio tecnico provinciale di Brescia, illustrando i progetti in cantiere sul nostro territorio e descrivendo al contempo le amenità lacustri nostrane dai paesi, deliziosamente seduti in riva o aggrappati sui declivi, alle chiese, veri e propri «gioielli di classica architettura racchiudenti nell’interno tesori d’arte», per continuare con i «castelli pittoreschi».
Vari focus si susseguono negli anni, dedicati - tra gli altri - agli scavi archeologici di Sirmione, al lago d’Idro e a quello di Iseo, al monastero di San Salvatore in città, a Gasparo di Salò, alla pietra di Botticino, alle ville e ai castelli bresciani, ai pittori del Garda, al Circuito aereo di Brescia. Ricorrente è altresì il tema del turismo sia invernale sia legato alle cavità naturali del Bresciano (sin dal 1923). Le località sciistiche più volte menzionate sono il Passo del Tonale e l’Adamello.
A Ponte di Legno nel 1912 è organizzata la Settimana di turismo invernale del Touring, affiancato nella logistica dal locale Club Alpino, specialmente da alcuni suoi delegati deputati al Parlamento, ossia Martinoni, Oldofredi e Tovini. Nel 1923, invece, intorno al turismo speleologico nel nostro territorio, si possono sfogliare le note di Gualtiero Laeng, fondatore di una «Sezione Grotte» all’interno della filiale bresciana dell’Unione Operaia Escursionisti Italiani, sezione che eredita l’attività del cessato Circolo Speleologico Bresciano (1896-1904).
Laeng si sofferma sulle cavità conosciute. Dall’altopiano Cariàdeghe sopra Serle passa alle zone calcaree che dalla Valsabbia procedono alla Valtrompia. Conclude l’approfondimento una digressione storica risalente al XVII: Laeng individua, infatti, il predecessore degli speleologi bresciani nella figura di padre Francesco Lana, esploratore di una grotta del Monte Maddalena, citando da un manoscritto latino un «cavernosam speluncam ingressus» sul «montis cui Divae Magdalenae nomen».
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