L'incredibile Wang e la coda di pianoforte in mezzo all'orchestra
Pubblico folto ieri al Teatro Grande alla serata inaugurale della stagione, protagonisti la Chamber Orchestra of Europe col suo maestro concertatore Lorenza Borrani, e la pianista Yuja Wang, impegnata non solo come solista ma anche come direttore.
Programma bellissimo, che si é aperto con una rarità, l’ouverture da «Die schöne Melusine» op. 32 di un Mendelssohn in stato di grazia. Magie musicali, esaltate dall’estrema chiarezza della ripartizione delle sezioni dell’orchestra, dalla loro fusione, dagli impasti sonori luminosi e incantevoli che fanno pensare a Wagner, non solo all’inizio dell’«Oro del Reno» (che ne riprende il movimento ondeggiante, il fluire), ma all’«Idillio di Sigfrido». La Chamber ha interpretato splendidamente l’Ouverture, con la Borrani, il Primo Violino, attentissima a dar carattere ad ogni frase.
È quindi apparsa Yuja Wang, famosa anche per le sue mises, solitamente cortissime. Abito lungo, invece, color rosa cipria costellato di paillettes e scollato sulla schiena, che si vedeva benissimo in quanto la pianista dava le spalle al pubblico. Il pianoforte infatti è stato posizionato (probabilmente per sua scelta), in mezzo all’orchestra e con la coda verso il fondo. Fatto insolito e rischioso per l’acustica del palcoscenico del nostro Massimo.
Successo della serata, lunghissimi applausi per l’Orchestra e per Yuja Wang, che ha concesso due bis di mostruosa difficoltà: «Carmen Variations» di Bizet-Horovitz e il «Rondò alla turca» di Mozart-Volodos.
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