Cultura

Leone d’Oro alla carriera alla coreografa bresciana Cristina Caprioli

Classe 1953, lavora a Stoccolma ed è premiata a Venezia per «tre decenni di ricerca critica sul corpo»
La coreografa bresciana Cristina Caprioli stringe il Leone d'Oro
La coreografa bresciana Cristina Caprioli stringe il Leone d'Oro
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La bresciana Cristina Caprioli ha ritirato il suo meritato Leone d’Oro alla carriera: la cerimonia si è tenuta domenica a Venezia, in occasione del 18° Festival Internazionale di Danza Contemporanea, diretto da Wayne McGregor. Fu proprio McGregor, direttore del settore Danza della Biennale, a specificare qualche mese fa le ragioni dell’assegnazione del Leone d’Oro a Caprioli. Classe 1953, da anni vive e lavora a Stoccolma, dove ha ricevuto la Royal Gold Medal «Illis quorum meruere labores» nel 2021, onorificenza svedese attribuitale «per il suo contributo significativo come danzatrice e coreografa e per il suo eccezionale contributo nel campo della danza svedese e internazionale».

Il premio della Biennale è quindi il riconoscimento di un percorso già apprezzato e conosciuto nel mondo.

La coreografa Cristina Caprioli ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera
La coreografa Cristina Caprioli ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera

Secondo McGregor, Caprioli «ha silenziosamente e sostanzialmente influenzato più generazioni di coreografi durante i suoi tre decenni di ricerca critica sul corpo. A metà degli anni ’90 ha fondato l’organizzazione indipendente ccap, con la quale ha prodotto un’ampia gamma di performance, installazioni, film, oggetti, pubblicazioni e altre coreografie. La coreografia di Caprioli è caratterizzata da precisione, complessità e forme nuove di virtuosismo fisico». Il Leone d’Argento è andato invece a Trajal Harrell, visto recentemente al Teatro Grande di Brescia con «The Köln Concert», che fonda la danza post-moderna con il voguing delle ballroom di New York e la danza Butoh.

In scena

Nei prossimi giorni Caprioli e la compagnia ccap porteranno in prima italiana a Venezia lo spettacolo «Deadlock», saggio sulla ripetizione in serie, con la ballerina Louise Dahl. Per godere dell’opera della coreografa ci sono anche altre occasioni, sempre a Venezia: «Flat Haze» del 2019 (coreografia di 9 ore in continua trasformazione con il pubblico libero di fermarsi o andare) si terrà da domani al 3 agosto nella Sala d’Armi E; «Silver», del 2022, «danza di corpi senza corpi», è in programma al Forte Maghera di Mestre. Infine, Caprioli presenterà «The Bench», creato per e con i danzatori e coreografi selezionati di Biennale College (info: labiennale.org).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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