Cultura

La strage di piazza Loggia negli scatti di un ex studente di medicina

Marco Papetti
L’autore è Pietro Gino Barbieri, classe 1953, che il 28 maggio 1974 era in manifestazione. Le sue fotografie saranno esposte da Tarantola fino al 31 maggio
Pannelli con le fotografie di Barbieri di piazza Loggia nel giorno della strage - Foto © www.giornaledibrescia.it
Pannelli con le fotografie di Barbieri di piazza Loggia nel giorno della strage - Foto © www.giornaledibrescia.it
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C’è tutto il tragico crescendo della giornata del 28 maggio 1974 nelle fotografie di Pietro Gino Barbieri in mostra fino al 31 di maggio alla libreria Tarantola, in centro a Brescia. 

Classe 1953, all’epoca l’autore era uno studente a medicina, appassionato di fotografia e attivo nel «Comitato unitario di base degli studenti di medicina»: con loro quel giorno aveva preso parte alla manifestazione, dall’inizio del corteo fino in piazza Loggia, dove allo scoppio della bomba riuscì a scattare numerose foto, testimonianza diretta e drammatica di quel che accadde in piazza dopo la deflagrazione (alcune fotografie, come quelle del cadavere dilaniato di Alberto Trebeschi prima che venisse coperto da uno striscione, sono molto crude).

Pietro Gino Barbieri e Vincenzo Cottinelli da Tarantola
Pietro Gino Barbieri e Vincenzo Cottinelli da Tarantola

«Ero uno studente di medicina appassionato di fotografia – racconta Barbieri –, già facevo fotografie “sociali” ed ero parte del movimento degli studenti di medicina. Quel giorno avevamo deciso di aderire col nostro striscione. Ci collocammo in centro alla piazza, poi scoppiò la bomba: io, che avevo la macchina fotografica al collo con una pellicola già iniziata, andai avanti a scattare». Le foto di Barbieri restituiscono la concitazione di quei minuti: emblematica è un’immagine sfocata, scattata nell’istante in cui finì il primo rullino. «A quel punto non sapevo cosa fare, avevo paura e i miei compagni erano andati via tutti: dovevo scappare o rimanere lì a fotografare, per documentare quello scempio». Scelse per la seconda opzione: «Fui ospitato nel negozio di fiori che stava sotto i portici, dove cambiai la pellicola. Il fiorista mi propose di salire di sopra, a casa sua, ed è per questo ci sono tante foto della piazza dall’alto, forse le uniche fatte così. La notte stessa le stampai e già il giorno dopo le feci vedere nell’assemblea nell’Aula magna di medicina».

L'incontro da Tarantola con Pietro Gino Barbieri
L'incontro da Tarantola con Pietro Gino Barbieri

Una testimonianza che ora offre alla città a pochi giorni dal cinquantesimo della strage: «È una modesta iniziativa – dice – di una persona che non fa il fotografo ma che non voleva tenersi nel cassetto delle immagini che penso abbiano uno spessore, soprattutto per i giovani».

Durante l’inaugurazione, stamattina, c’è stato spazio anche per la polemica sulle foto esposte (rimaneggiate) nella mostra «Maurizio Galimberti. Brescia, Piazza Loggia 1974» al Santa Giulia, attribuite a Renato Corsini ma alcune delle quali scattate anche da Barbieri: «Io e la figlia di Silvano Cinelli [un altro fotografo non citato] vorremmo che Corsini si scusasse e abbiamo chiesto che ogni foto manipolata rechi l’autore», ha detto Barbieri.

Di fianco a lui il fotografo bresciano Vincenzo Cottinelli, ha lanciato un’idea: «Un grande censimento dell’ente pubblico sulle foto della strage per una mostra collettiva».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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