La sfida di Bigun: «Riunire gli Oasis è il mio grande sogno...»
Per la prima volta in undici anni dallo scioglimento, gli Oasis hanno pubblicato un nuovo brano, attraverso il web, a mezzanotte. Si tratta in realtà di una nuova-vecchia canzone. S’intitola «Don’t Stop». Su Internet circolava da tempo una versione della traccia, catturata in un soundcheck. Il demo, invece, non era mai stato pubblicato. Risale al 2005. Ad annunciarlo è stato lo stesso Noel Gallagher, attraverso Twitter e la pagina ufficiale della band su Facebook. Il tutto avviene in giorni in cui si rincorrono le voci circa una reunion: molto caldeggiata da Liam Gallagher, ma che trova proprio Noel su posizioni eufemisticamente definibili «fredde». Alla luce di tutto ciò, colpisce il «timing» della pubblicazione di «Don’t Stop».
Nel post, Noel ha specificato di aver avuto molto tempo da ingannare. E di aver ascoltato una serie di vecchi cd di registrazioni varie. Si è imbattuto in questo demo degli Oasis che credeva «perduto per sempre». Quando parla dell’idea di pubblicarlo, lo fa in prima persona plurale: «we». È un segnale incoraggiante verso la reunion? Per capire di più, facciamo un salto temporale e interroghiamo un testimone oculare.
Manchester, 1991. Tre ragazzi - un chitarrista, un bassista e un batterista - non sono troppo soddisfatti del loro cantante, tale Chris Hutton. Paul «Bigun» Ashbee, che ha un’impresa di pulizia di automobili, presenta ai tre giovani mancuniani un diciannovenne che lavora per lui, e che non vede l’ora di sfondare nella musica. Paul «Bonehead» Arthurs, Paul «Guigsy» McGuigan e Tony McCarroll spalancano gli occhi davanti al carisma del candidato frontman: Liam Gallagher. La band si chiama The Rain, Liam convince il fratello Noel ad entrare nella formazione e nascono gli Oasis. Il resto è storia della musica.
Ashbee è quindi noto per essere «l’uomo che ha messo insieme gli Oasis». È stato accanto alla band ogni giorno, in quella fase iniziale, e ha raccontato tutto nell’autobiografia «Giving It The Bigun: Oasis, Manchester, Football And Me» (New Haven Publishing Limited, 2019, 168 pp). Oggi, anche attraverso l’attivazione di una petizione on-line, Ashbee - che è in contatto con Liam, Bonehead e McCarroll - cerca di passare alla storia una seconda volta, come «l’uomo che ha ri-messo insieme gli Oasis». Un’impresa impossibile? «No, io penso che accadrà - racconta Bigun, raggiunto telefonicamente a Manchester -, ma Liam deve smettere di bombardare Noel di tweet. Lo sta pressando troppo. Così, ottiene l’effetto contrario».
Il rapporto tra i due Gallagher è orrendo. Difficile da sempre, anche nei 18 anni di convivenza negli Oasis, la relazione tra i fratelli s’è incrinata in modo apparentemente irreparabile dopo lo scioglimento. Liam, nelle scorse settimane, ha chiesto via social al fratello di rimettere insieme la band per un concerto post-coronavirus in favore dell’Nhs, il National Health Service britannico. Non avendo ottenuto risposta, ha ribadito - sempre attraverso Twitter - che gli Oasis torneranno insieme, con o senza Noel.
Già, ma quali Oasis? McCarroll è stato licenziato nel 1995 (al suo posto Alan White e successivamente una serie di turnisti); Arthurs e McGuigan hanno abbandonato il gruppo nel 1999 (rimpiazzati dai tecnicamente più preparati Gem Archer e Andy Bell). «Non ho dubbi - racconta Ashbee -: Liam rivuole la formazione originaria, con Bonehead, Guigsy e Tony. Solo che McGuigan adesso vive una vita completamente isolata, alleva serpenti e credo che non ne voglia sapere».
E Noel? «Sono convinto che non vada pressato. E che prima o poi si convincerà. Se devo fare una previsione, direi che una reunion potrebbe aver luogo entro la fine del 2021. Mi immagino un nuovo disco e un tour negli stadi in Inghilterra. Ci sono un paio di generazioni che adorano gli Oasis, ma che non hanno mai avuto la possibilità vederli dal vivo. Si meritano questa chance. Io sono fiducioso». Intanto, da mezzanotte, circola un nuovo-vecchio brano...
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