Cultura

«La Primavera»: il video di Jovanotti girato al Teatro Grande

Con l'artista romano anche Saturnino tra i componenti di una immaginaria compagnia teatrale
Jovanotti: il video de «La Primavera» girato al Teatro Grande di Brescia
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È ambientato negli spazi del Teatro Grande il nuovo video di Jovanotti, «La primavera», in rotazione da oggi. Corto psichedelico girato in pellicola da Tommaso Ottomano, vede Lorenzo accompagnato da Saturnino (l'amico e bassista di sempre, che tra l'altro proprio al Grande si è esibito lo scorso maggio), Riccardo Onori e Kalifa Konè, ad impersonare una compagnia teatrale.

Il brano è uno dei 5 inediti, prodotti da Rick Rubin, anch’essi pubblicati oggi, come ulteriore puntata del Disco del Sole: musica che «esce quando è pronta, senza uno schema, un piano deciso», anticipato dal futurista Il boom, che si comporrà mese dopo mese, settimana dopo settimana, per un anno intero.

Lorenzo cita il film «Cinque pezzi facili» per dire che queste nuove canzoni, prodotte con Rick Rubin, sono «parte di un flusso di canzoni che usciranno nei prossimi mesi, imprevedibili e libere, per niente facili perché per esistere hanno dovuto piovermi addosso dallo spazio profondo, ma leggerissime perché qui dentro c'è una luce. Quel punto di luce che c'è nel centro della metà oscura del simbolo del Tao, pronta a riversarsi traboccando fuori in forma di canzoni che non chiedono niente perché hanno solo voglia di offrirsi». 

«Ho deciso di non uscire subito con un album - racconta ancora Jova - sebbene abbiamo lavorato a più di venti pezzi, prima da solo, poi con qualche mio compagno musicista, poi due mesi con Rick Rubin, in una selva tra l'Appennino e il mare, dentro ad una scuola abbandonata negli Anni '50 quando le campagne si spopolavano e l'agricoltura si meccanizzava. Come scolari discoli insieme a Rick «mangiafuoco» Rubin abbiamo aperto tutta questa roba che nei mesi avevo accumulato in modo del tutto istintivo, senza pensare a niente, completamente scollegato da tutto ciò che non fosse un enorme sentimento di Amore e di voglia di vita, aria, luce, ritmo, allegria, batticuore, avventura».

  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande
  • Jovanotti in un frame del video girato al Teatro Grande - © www.giornaledibrescia.it
    Jovanotti, la sua «Primavera» spunta al Grande

Primo tra i nuovi brani, «La primavera», «un omaggio velato» di Lorenzo a Franco Battiato dove «il profumo del ragù si mischia al profumo di certi incensi che sono prodotti da millenni nel Kerala». È nata da un suggerimento della figlia Teresa, invece, «Un amore come il nostro»: sulla playlist di Lorenzo un giorno «è partita "Something stupid" dei due Sinatra. La Teresa mi ha detto "Babbo dovresti scrivere una canzone così" e io ho pensato "embè..."». Una volta realizzata la canzone, «a Capodanno eravamo in casa da soli noi tre, e dopo il brindisi l'ho suonata, e alle ragazze è piaciuta. Buon anno, avanti tutta».

E poi la psichedelia di «I love you baby» con il suo sound sgangherato che a Jova piace tanto: «Lo ammetto, sono pazzo di questo pezzo. Lo so non è elegante dirlo ma è così, se lo avesse fatto un altro gli farei la ola, per fortuna l'ho fatto io» perché «è una canzone d'amore» e «certe cose non si possono dire in modo enfatico, bisogna dirle ballando, agitando le braccia, alzando il volume, cantando al limite della tonalità, un passo prima che la voce diventi un urlo».

Ancora una ballad con «Tra me e te» mentre «Border jam» è un invito a far festa disintegrando ogni confine. «Questa canzone - spiega Lorenzo - parla di un sogno, anzi balla di un sogno, è una festa per sognatori, non è un manifesto politico, è una jam, che vuol dire marmellata. C'è dentro il carnevale, l'Africa, i Clash, la California, il Jova Beach Party, New Orleans, i Balcani, il Mediterraneo? Non so cosa c'è dentro, è una jam, una marmellata. Buona però la marmellata, a me piace.»

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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