La Pala di San Domenico di Romanino torna in Pinacoteca e dialoga col Moretto
Restaurata e bellissima, torna in Pinacoteca a Brescia, la monumentale Pala di San Domenico di Girolamo Romanino, che ritrova la sua collocazione originaria nella grande Sala Rossa del Cinquecento, in piazza Moretto, accanto ad un altro dipinto recentemente recuperato, la Pala Rovellio di Moretto, oggetto di un significativo intervento di recupero in situ. Due opere cardine delle Collezioni Civiche tornano dunque a dialogare tra loro e con il pubblico, dopo avere ritrovato piena leggibilità grazie ad interventi che hanno portato in luce il loro valore intrinseco, oltre che la statura e la rappresentatività identitaria degli autori, entrambi protagonisti di primo piano della scuola pittorica bresciana del Cinquecento e legati alla storia della Pinacoteca Tosio Martinengo sin dalla sua origine.
Nell’ultimo quarto dell’Ottocento, infatti, molti esponenti del mondo della cultura bresciana, autorità e amatori delle belle arti si mobilitarono per far entrare nel museo quindici opere di Romanino e Moretto, recuperate da chiese del territorio, come, appunto, la Pala di San Domenico, prelevata dall’omonima chiesa quando fu chiusa e poi demolita, e la Pala Rovellio, proveniente dal santuario dei Miracoli, con l’impegno civico di evitarne la dispersione e custodire la memoria artistica della città. Oggi quello stesso impegno civico prende la forma delle tante iniziative che Comune e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione stretta con istituzioni e privati, mettono in campo per conservare e valorizzare quel patrimonio.
«Vogliamo che la Pinacoteca sia la casa dei bresciani, un luogo a cui fare ritorno continuamente, perché continuamente è abitata e resa interessante con iniziative di tipo diverso, con restauri, ricollocamenti ed opere ospiti che costantemente animano la vita del nostro museo» spiega Francesa Bazoli, presidente di Brescia Musei.
Il restauro
La Pala di San Domenico ritorna dunque dopo una lunga assenza dovuta all’intervento di recupero cui è stata sottoposta all’interno del progetto Restituzioni di Intesa Sanpaolo, nell’ambito della XIX edizione del programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale in collaborazione con il Ministero della Cultura, cui ha fatto seguito l’esposizione nella mostra «La Fragilità e la Forza» allestita fino allo scorso 25 settembre, alle Gallerie d’Italia di Napoli, dove il dipinto si è ritagliato un posto di rilievo. Selezionata dal bando Restituzioni nel 2019 a seguito di una segnalazione da parte della Soprintendenza di Brescia e Bergamo, l’opera è stata restaurata da Monica Abeni e Paola Guerra. L’intervento ha riportato in evidenza il calore della luce e la tavolozza uniche del Romanino, ma anche nuovi dettagli e i pentimenti e ripensamenti di una composizione particolarmente complessa. Altrettanto rivelatore l’intervento sulla Pala Rovellio di Moretto, affidato allo Studio Marchetti e Fontanini e sostenuto da Fab s.p.a..
«Mosaico verso il 2023»
«Con questi due restauri la nostra Pinacoteca si definisce un ulteriore tassello dello splendido mosaico di iniziative che l’Amministrazione e Brescia Musei stanno preparando in vista del 2023», ha detto Laura Castelletti, vicesindaco e assessore alla Cultura. Diversi appuntamenti, nel segno della contaminazione fra le arti del progetto PTM ART+, sono stati programmati in Pinacoteca nel prossimo weekend per celebrare Romanino. Venerdì 7, alle 18, si terrà un incontro pubblico di approfondimento con la Conservatrice di Fondazione Brescia Musei Roberta d’Adda e le restauratrici. Alle 20 seguirà il concerto «Jazz on Romanino» col trio Colombo, Rottoli Donati. Sabato 8 e domenica 9 alle 9 e alle 15.30 sono in programma visite guidate riservate agli adulti, arricchite da letture di testi di Giovanni Testori e Pier Paolo Pasolini in «Romanino: rinascimento alternativo». Fino al 7 novembre, infine, viene proposta un’innovativa esperienza di realtà virtuale grazie a «Romanino VR», progetto di Scena Urbana.
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