Cultura

La mostra sul fotografo Gian Butturini «contro la cancel culture»

Si terrà a Milano ospiterà dal 27 gennaio «Londra 1969 - Derry 1972», anche per una «riabilitazione» dell'artista bresciano
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
  • GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
    GIAN BUTTURINI. LONDRA 1969 – DERRY 1972. UN FOTOGRAFO CONTRO. Dalla Swinging London al Bloody Sunda
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Se le polemiche che hanno investito il bresciano Gian Butturini — accusato qualche tempo fa di razzismo per aver accostato visivamente nel 1969, in «London by Gian Butturini», una donna nera rinchiusa nella biglietteria della metropolitana a un gorilla in gabbia — hanno fatto parecchio scalpore nel Regno Unito, in terra italiana si continua a celebrarlo attraverso le sue immagini.

In Inghilterra Martin Parr, direttore del Bristol Photo Festival in cui le immagini erano esposte, dovette dimettersi dal suo ruolo dopo che una studentessa aveva fatto notare il dettaglio interpretato come razzista; qui, invece, Gigliola Foschi e Stefano Piantini curano una nuova mostra a Butturini interamente dedicata. Sarà ospitata negli spazi di Still Fotografia a Milano, in via Zamenhof 11, dal 27 gennaio al 6 marzo 2022 (dal martedì al sabato, info@stillfotografia.it), e l’intento è esattamente quello di difendere «la libertà di parola, immagine e pensiero. Questa è una mostra contro una cancel culture che, senza confronto e senza discussione, nella liberale Inghilterra ha fatto ritirare dal commercio il libro "London by Gian Butturini2 e infangato la figura di un uomo che per tutta la vita si era impegnato contro ogni forma di razzismo e ingiustizia», ha spiegato Foschi.

L’assenza di dibattimento è proprio il motivo dietro alla mostra promossa dall’Associazione Gian Butturini, dal titolo «Londra 1969 - Derry 1972. Un fotografo contro. Dalla Swinging London al Bloody Sunday»: il fotografo bresciano e artista della comunicazione scomparso nel 2006, infatti, non ha mai avuto la possibilità di controbattere alle accuse. E se il dibattimento ci fosse stato? Secondo i curatori, la doppia immagine che ha suscitato indignazione per il razzismo percepito avrebbe dovuto risvegliare le coscienze di fronte alle condizioni di due esseri viventi intrappolati e discriminati: questo l’intento di Butturini, il cui sguardo sulla società e sulla vita può uscire proprio attraverso le immagini esposte, riabilitandone l’immagine grazie ai fatti.

A parlare per lui saranno quindi le fotografie, una cinquantina, tratte dal libro «incriminato» e da «Dall’Irlanda dopo Londonderry», che presenta gli scatti eseguiti da Butturini una settimana dopo la strage di Derry, quando l’esercito inglese, il 30 gennaio 1972, uccise quattordici manifestanti sparando sulla folla (il «Bloody Sunday» anni dopo tema anche di una canzone degli U2), per raccontare la radicalizzazione della situazione politica e militare. La Swinging London, la musica, la moda, la minigonna, le tensioni sociali nell’Irlanda del Nord: gli scatti alle pareti narreranno per immagini vicende storiche e contraddizioni, fascino e mostruosità di una società multiforme.

Butturini da fotoreporter ha raccolto e cristallizzato due decenni tra i più significativi per la storia inglese ed europea, senza concentrarsi troppo sui conflitti e le violenze, quanto sulle vittime innocenti, sulla quotidianità invasa da soldati armati e filo spinato e sulle buie atmosfere. A completare la rassegna alcuni «fumetti situazionisti» del Butturini-grafico, nei quali Batman, Nembo Kid e compagnia bella diventano eroi della controcultura, e un libro edito da STILL/Pazzini Editore con un testo della stessa Gigliola Foschi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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