«La memoria della luce»: pagine in bianco e nero che raccontano Ponte di Legno
Pino Veclani lo diceva spesso: «Creeremo un libro storico». Il fotografo di Ponte di Legno, nato nel 1945 e scomparso l’anno scorso, non ha potuto completare l’opera. Ma la famiglia ha tenuto fede ai suoi intenti e quel volume si può ora sfogliare: «La memoria della luce», 256 pagine di immagini in bianco e nero che raccontano «Ponte di Legno dagli inizi del ’900 al 1940 attraverso le fotografie dell’archivio storico Veclani», con testi di Anna Veclani, Massimo Lanzini e Giancarlo Maculotti.
Il libro sarà presentato dopodomani, venerdì, alle 21 nel Centro congressi Mirella di Ponte di Legno. La preziosa collezione dell’archivio Veclani comprende alcune migliaia di fotografie storiche, raccolte da Pino nel corso di decenni e tenute, come testimonia la figlia Anna, «in un ordine quasi perfetto»: tutte «catalogate, digitalizzate, descritte e cronologicamente archiviate». Immagini provenienti da collezioni private e dall’archivio del padre Emilio, che aveva avviato nel 1946 il negozio di fotografia e ottica nel centro della cittadina dalignese, rilevato da Pino negli anni ’70.
L’evoluzione
Questo archivio, conferma Massimo Lanzini, è uno «straordinario scrigno di storie e di storia». Molte sono, in tutto il libro, le scene di vita quotidiana colte lungo le vie del paese. Scorrendole è possibile seguire l’evoluzione di Ponte di Legno - a partire dal piccolo agglomerato di case documentato dalle immagini di inizio ’900 che aprono il volume - viaggiando alla scoperta «di luoghi, di volti, di fatiche e speranze, abitudini, depositi culturali e antropologici. Di mestieri e di giochi».
A tracciare la mappa di questo viaggio sono i testi di Giancarlo Maculotti. Illustrano con puntualità la vita di un paese che a fine ’800 era ancora «fondamentalmente contadino e pastorale». Per gli abitanti, le montagne intorno erano «solo rocce inaccessibili e inutilizzabili».
Lo «ski»
Nel nuovo secolo, in meno di due decenni sarà imboccata la via dello sviluppo turistico. Il salto di qualità è portato dallo «ski», come era chiamato allora, da quelle «strette assi in legno», malamente legate «allo scarpone di uso quotidiano» che aprono una nuova frontiera del divertimento.
Le fotografie mostrano i primi alberghi: Tonale, Faustinelli, Baratieri, aperti da lungimiranti famiglie locali; e la gente radunata per vedere le nuove automobili che fanno servizio di trasporto da Edolo. Splendide le immagini dei primi sciatori e dei turisti in escursione nelle valli, con le signore vestite in abiti da città, il capo riparato da sciarpe e ampi cappelli. Con la guerra tutto si interrompe, nelle strutture alberghiere arrivano i soldati.
Le citazioni dal «Diario di guerra e prigionia»
Citazioni tratte dal «Diario di guerra e prigionia» di Carlo Emilio Gadda - lo scrittore fu ufficiale a Edolo dall’agosto 1915 al giugno 1916 - accompagnano le fotografie delle truppe alpine trascinate nella massacrante esperienza della Guerra Bianca: puntini scuri in fila sui vasti nevai dell’Adamello o lungo i sentieri scavati nella roccia, accasati in trincee e accampamenti o nei villaggi costruiti ad alta quota.
Il 27 settembre 1917 un bombardamento rade al suolo Ponte di Legno. Ecco le immagini delle case avvolte dal fumo delle bombe incendiarie, di donne e bambini tra le macerie. Lo «spirito della rinascita», tuttavia, spinge a una rapida ricostruzione. Protagonisti del rinnovamento diventano gli atleti dello sci «che portano il nome di Ponte di Legno nei centri invernali di tutta Italia e d’Europa».
Nel 1929 viene inaugurato il trampolino gigante. È di questi anni anche la prima «slittovia», «un grande barcone su pattini trainato da un argano munito di motore a scoppio». Tuttavia, precisa Maculotti, «la stragrande maggioranza della popolazione rimase legata al mondo contadino e pastorale»: lo raccontano alcune immagini panoramiche in cui «biondeggiano campi di orzo, segale e frumento alternati a campi di patate e prati di foraggio». Negli anni Trenta inizia anche la costruzione delle dighe dei laghi d’Avio a scopi idroelettrici. Una bella serie di fotografie di Emilio Veclani mostra gli operai al lavoro al lago Benedetto o in momenti di riposo. Riprendono il turismo e le escursioni, verso vette assai più innevate di oggi. Ma la crescita è di breve durata: una nuova guerra verrà ad interromperla.
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