«La memoria appartiene a tutti, affido il film alla città»

«Affido questo mio nuovo film alla città, perché la memoria di quanto accaduto nei nove anni successivi al 1968 deve appartenere a tutti. È per questa ragione che mi sono ritrovato a desiderare, per la prima volta, di far entrare una mia opera nel circuito delle sale, piuttosto che proiettarla nel mio "cinemino" frequentato da appassionati. E così "Ora e sempre riprendiamoci la vita" arriverà sullo schermo del Nuovo Eden».
Parole del regista Silvano Agosti - fondatore del Piccolo Cinema Paradiso - l’artista bresciano più indipendente e libero dagli schemi, che interverrà durante l’anteprima cittadina del suo ultimo lungometraggio, presentato fuori concorso al Festival di Locarno l’estate scorsa. L’appuntamento è fissato al Nuovo Eden domani, mercoledì, serata inaugurale della rassegna «’68 e dintorni. Il grande cinema per raccontare un’epoca», ideata dalla sala della Fondazione Brescia Musei in collaborazione con lo storico e politologo Leonida Tedoldi, per ripercorrere attraverso cinque film una fase storica cruciale per il nostro Paese, a cinquant’anni di distanza.
Tutte le proiezioni si terranno nel cinema di via Nino Bixio 9, con inizio alle 21 (ingresso 6 euro, ridotto 5; info 030.8379404). La pellicola di Agosti verrà replicata il giorno successivo alle 17. Si proseguirà: il 25 ottobre con la prima visione de «Il saluto - La storia che nessuno ha mai raccontato» di Matt Norman, ambientato durante le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico; il 15 novembre con «Qualcosa nell’aria» di Olivier Assayas; il 22 novembre con «I pugni in tasca», l’esordio di Marco Bellocchio. Chiusura il 29 novembre con un’altra prima visione: «Arrivederci Saigon» di Wilma Labate.
Agosti, il suo è un film di grande impegno civile. Quali sono state le prime reazioni del pubblico?
Ho notato molta gratitudine. Gli spettatori si rendono conto che si tratta di una carezza fatta ad un popolo che non sa di essere così prezioso. Protagonisti sono i cittadini nei cortei e tante voci autorevoli, da Bernardo Bertolucci a Dario Fo. Tra quelle bresciane ci sono anche Emanuele Severino e Manlio Milani.
C’è una testimonianza alla quale è particolarmente legato?
Quella della mia cara amica Lucia Calzari in merito alla strage di Piazza della Loggia, dove accanto a lei perse la vita Clementina Calzari Trebeschi, sua sorella gemella. Mi commuovo solo a parlarne. Lucia è riuscita a comunicare il dolore profondo che la nostra città ha subìto, con parole cariche di umanità, che vanno oltre il racconto da testimone. Silvano, lei raccontò immediatamente attraverso le immagini il clima di quel momento… In quel periodo ero in Svezia. Tornai subito, apposta, per girare un film su quanto stava accadendo: «Brescia 1974 - Strage di innocenti».
Già allora le musiche erano di Nicola Piovani, che firma anche la colonna sonora di «Ora e sempre riprendiamoci la vita»…
Proprio nel 1968 Piovani aveva iniziato la sua carriera affiancandomi: io dirigevo i Cinegiornali del Movimento Studentesco, lui si occupava del commento sonoro.
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