Cultura

La lezione di Bauman: fuggiamo senza meta, soli e più insicuri

Il sociologo polacco Zygmunt Bauman ospite in città: «Gravi conseguenze se non si trovano soluzioni contro la disuguaglianza»
  • L'incontro con Zygmunt Bauman
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Sappiamo da dove fuggiamo, ma non sappiamo dove stiamo andando. La lucidità divulgativa di Zygmunt Bauman ha conquistato ieri i numerosi bresciani che hanno voluto ascoltare, nella sede di Brend, più di un’ora di lezione del sociologo polacco, stimolato dalle domande del direttore del Giornale di Brescia, Giacomo Scanzi, e del direttore di Bresciaoggi, Maurizio Cattaneo.

L’analisi di Bauman ha preso le mosse dalla ricerca della vera e profonda differenza tra la grande depressione del 1929 e la crisi economica e finanziaria iniziata a fine 2008. «Nel secolo scorso - ha spiegato il professore - le persone hanno sofferto, ma avevano speranze e certezze: c’era una grande fiducia nel potere degli Stati di risolvere i problemi». 

Questa concezione ha iniziato ad andare in crisi negli anni Settanta, quando i bilanci statali hanno presentato i primi segni di cedimento, e successivamente con le politiche di Ronald Reagan e Margareth Thatcher: «Ci hanno convinto che la soluzione stava nel mettere un freno al potere dello Stato: il libero mercato avrebbe messo tutto a posto e creato nuovo lavoro».

Ma la successiva «orgia di consumismo» ha portato, dopo anni vissuti spendendo più di quanto potessimo permetterci, allo shock del 2008 e alla crisi che ancora perdura: «Non c’è più una forza in grado di risolvere i problemi e così non sappiamo quale direzione prendere, siamo privi di certezze e punti di riferimento».

Leggi gli approfondimenti sugli incontri con Bauman e con gli altri premi Nobel invitati dalla I.s.e.o. Summer School, Robert Shiller e George Akerlof, sul Giornale di Brescia in edicola oggi, scaricabile qui in formato digitale

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