La La Land trionfa ai Golden Globes, Meryl Streep attacca Trump
«La La Land» si conferma essere il film dell'anno. Ai Golden Globes ha vinto tutto quello che poteva vincere. Sette candidature aveva e sette premi ha portato a casa: migliore film brillante, migliori attori protagonisti, Emma Stone e Ryan Gosling, migliore sceneggiatore e miglior regista, il giovane Damien Chazelle, migliore colonna sonora e migliore canzone, City of Stars.
Ha battuto ogni record: è il film che ha vinto più premi nella storia dei Golden Globes, confermando la vera e propria passione dei giornalisti dell'Hollywood Foreign Press Association per i musical, sin da quella prima edizione del 1952, quando a vincere fu Un americano a «Parigi» di Vincente Minnelli.
Tutto si è svolto secondo le previsioni dunque, nella serata dei premi assegnati dai giornalisti stranieri di stanza a Hollywood. Almeno nelle categorie dedicate al cinema brillante. Le poche sorprese sono infatti arrivate dai premi riservati ai drammi. Casey Affleck, fratello del più famoso Ben, ha vinto il premio al migliore attore drammatico per la sua interpretazione in «Manchester by the Sea», film che, nonostante le previsioni a suo favore, non è risultato essere il miglior film drammatico.
Il premio più importante della serata infatti è andato un pò a sorpresa al piccolo film indipendente «Moonlight», che si è rifatto in zona Cesarini di una serata no. Nonostante le sei candidature in tasca infatti, ha portato a casa solo quell'unica statuetta.
I Golden Globes sono spesso imprevedibili ma hanno fama di riuscire a spianare la strada al film che vincerà l'Oscar. Se così fosse allora «Moonlight» potrebbe percorrere lo stesso sentiero che nel 2014 portò «12 anni schiavo» alla vittoria dell'Oscar per il miglior film.
Un'altra sorpresa, nella notte un pò noiosa dei Golden Globes, è arrivata da Isabelle Huppert eletta migliore attrice drammatica con «Elle», di Paul Verhoeven. Il film, in francese, ha vinto anche nella categoria miglior film in lingua straniera.
Diversità è forse la parola che ha contraddistinto questa 74ma edizione. Probabilmente per porre rimedio a quel che successe durante la scorsa stagione dei premi, finita con la contestazione per gli Oscar «troppo bianchi», i membri dell'Hfpa hanno premiato molti attori di colore: Viola Davis è risultata essere la migliore attrice non protagonista per «Fences», Tracee Ellis Ross migliore attrice in una serie brillante per «Black-ish», Donald Glover migliore attore in una serie comica per Atlanta, premiata anche come migliore serie brillante, mentre la migliore serie drammatica è «The Crown», che ha visto vincere anche Claire Foy per la sua interpretazione della regina Elisabetta II.
«American Crime Story, People vs OJ Simpson» sul caso di cronaca giudiziaria che negli anni Novanta vide il campione di football accusato dell'omicidio della moglie e di un amico, è il migliore film per la tv e Sarah Paulson, che interpreta il pubblico ministero che accusò il campione di foodball, è la migliore attrice per la categoria.
L'ex dottor House Hugh Laurie si è portato a casa l'analogo premio maschile per «The Night Manager».
Poche le battute comiche della serata, quasi tutte con un unico bersaglio, Donald Trump. Molti invece i discorsi toccanti. Tom Hiddleston ha raccontato della sua esperienza in Sudan fra i volontari di Medecin sans frontiere, Ryan Gosling ha dedicato il premio al fratello della sua compagna, Eva Mendes, morto recentemente di cancro. Parlando della compagna, ha ricordato come stesse «crescendo nostra figlia, mentre era incinta del nostro secondo figlio e accudiva il fratello morto di cancro».
Ma è toccato a Meryl Streep - che ha ottenuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille - il compito di fare il discorso più importante, più duro. L'attrice ha sottolineato l'importanza della diversità nel mondo dell'arte: «Se a Hollywood mandassimo via tutti quelli che non sono nati qui non ci resterebbe nulla da guardare se non il football e le arti marziali, che non sono propriamente arte». Poi, senza nominarlo, ha ricordato di quando Donald Trump durante la campagna elettorale, scimmiottò un giornalista disabile, infine ha concluso con le parole della sua compianta amica e collega Carrie Fisher: «Prendi il tuo cuore spezzato e fallo diventare arte». La cerimonia è andata in onda in Italia su Sky Atlantic..
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