Cultura

La donna è (auto)mobile in una sfida di click

In omaggio alla 1000 Miglia 70 stampe, molte delle quali vintage, che sono anche storia del costume
In stivaletti bianchi. Patty Pravo spunta da una portiera spalancata
In stivaletti bianchi. Patty Pravo spunta da una portiera spalancata
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Erano (e restano) più seduttive le star del cinema e del gossip o le Alfa Romeo, le Lancia e altre auto d’epoca accanto alle quali quelle bellezze femminili apparvero in fotografia negli Anni ’50 e ’60? È una sfida di fascino, per accumulo più che per contrasto, quella tra sorrisi, volti e sinuose forme delle più belle e famose donne d’allora e le linee aerodinamiche scaturite dalla fantasia dei designer, al centro della mostra «La donna è (auto) mobile», fino al primo luglio in città al Mo.Ca./palazzo Martinengo-Colleoni (via Moretto), in omaggio alla 1000 Miglia.

In cui il visitatore - curioso delle donne o motor-appassionato che sia (ma nulla esclude entrambe le predilezioni...) - trova un florilegio d’immagini su tale duplice bellezza: scatti d’epoca in biancoenero che echeggiando l’aria del «Rigoletto» associano due topos del fotografare e dell’immaginario collettivo: donne&motori.

Soggetti-mito di sguardi e foto-obiettivi che il motto sottende in realtà come antitetici coniugandoli a gioie&dolori, come ricorda nella nota d’esposizione il curatore Renato Corsini, direttore del Macof-Centro della fotografia. Ma niente dolori in questo binomio estetico, salvo il rimpianto che l’eccesso di politically correct dopo il giustamente reprobo scandalo-Weinstein abbia abolite le Ombrelline ai GP di Formula 1, che qui appaiono nella sezione a colori con star passate alla 1000 Miglia raccolte da Paolo Mazzetti.

C’è, invece, nostalgia e bellezza nell’epopea visiva dell’Eterno Femminino e della Quattroruote in 70 stampe (molte vintage) d’archivio di agenzie i cui paparazzi agivano fra costume, cinema, gossip e pubblicità. Ed è infatti un riuscito miscuglio di storia del costume ’50-’60 e auto-boom che qui per immagini si narra dalla prima foto esposta, della proto-attrice Isa Miranda.

Carrozzerie diverse: d’antan quelle d’auto (crossover&suv eran di là da venire...) e immortalmente sensuali quelle delle «maggiorate» battezzate semanticamente dal Vittorio De Sica avvocato d’una burrosa Gina Lollobrigida nell’episodio «Il processo di Frine» del film «Altri tempi - Zibaldone n. 1» (1952) di Alessandro Blasetti. E la «Lollo» - con Sophia Loren e altre - ritroviamo in stola bianca, sorridente in faticosa uscita da una 500. E l’esuberante Anita Ekberg sdraiata su un cofano; lo sguardo lolitesco di Catherine Spaak in decapottabile; Patty Pravo in stivaletti bianchi che spunta da una portiera spalancata. E la grande attrice Bette Davis, una solare Ingrid Bergman in piedi su una spider scoperta, mentre Jacqueline Kennedy è paparazzata dal lunotto d’un coupé e la scultorea Raquel Welch è in pantaloni aderenti anziché nel giurassico bikini in pelli di «Un milione di anni fa» (1966). C’è pure Raffaella Carrà che s’interroga su un vano-motore aperto. E ancora: Aichè Nanà, ballerina dello spogliarello-scandalo del Rugantino; Sandra Milo; la Anouk Aimée de «La dolce vita»... Piaceri. Via di beltà in beltà, di auto in auto, fino a D’Annunzio, del quale è esposta l’ode manoscritta «L’Automobile è femminile» in cui annota: «... (l’auto) ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza». E gli dà manforte un manifesto col volto della poetessa Ada Negri, che Giovanni Canestrini, tra i quattro padri della 1000 Miglia, ricorda autrice del passo «... fra i piaceri moderni non ve n’è uno che sorpassi o uguagli quello del viaggio in automobile». Appunto: donne&motori. E foto che omaggiano il fascino intramontato d’entrambe.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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