La Crisi di Luglio scatena «La-Rissa» con i Fools Garden bis
Non è più estate, ma La Crisi di Luglio impazza anche fuori stagione. Esce infatti venerdì 25 per Freecom Music (edizioni Cramps), «La-Rissa», il nuovo singolo del progetto musicale che fa capo a Daniele Ardenghi, e segue di un paio di mesi «ABCD», premiato da oltre 65mila visualizzazioni su YouTube.
Anche in questa occasione, il giornalista-cantautore bresciano - che incarna ora la totalità de La Crisi di Luglio, in origine duo con Andrea Podestani - ha potuto contare sulla partecipazione della band tedesca Fools Garden, i geniali «folli da giardino» che nel 1995 (quando si chiamavano Fool’s Garden, con un apostrofo in più nel nome) conquistarono il mondo attraverso il tormentone brit-pop «Lemon Tree». In particolare, Volker Hinkel ha messo a disposizione le sue chitarre Rickenbaker, gli amplificatori Marshall, il mellotron e le seconde voci, mentre Jan Hees ha inciso le parti di batteria e mixato il tutto al FiveStrokeStudio di Bretten.
Una collaborazione feconda, che per Daniele rappresenta la realizzazione di un sogno, considerato che l’album «Dish On The Day» (che contiene «Lemon Tree») è stato, per l’allora undicenne, «il primo cd - ci confessa - che ho comprato nella mia vita».
Amante delle melodie semplici ma dal tratto epico, quelle che irrompono nel quotidiano con l’intenzione di rimanerci per sempre, Ardenghi con «La-Rissa» ha realizzato un pezzo punk-rock di impatto immediato e decisamente scoppiettante, caratterizzato da «un inseguirsi di giochi di parole e immagini paradossali incentrati su Larissa, una ragazza vagamente manesca, affascinante e apparentemente innocua, in realtà pericolosa». L’ispirazione principale, sul piano delle sonorità, rimanda alle «character songs» dei Blur di metà anni 90, mentre sul versante del testo Daniele aggiunge un ulteriore rimando (animalistico) che spariglia il mazzo: «Recentemente, ho salvato una lucertola appena nata, tanto delicata da sembrare trasparente, che rischiava di restare intrappolata nel meccanismo automatico di una porta a scorrimento. L’ho chiamata Larissa».
Il video del singolo, firmato da Carlo Galbiati, è invece un combattimento sul ring tra due donne, con riprese volutamente fuori fuoco, utilizzato in chiave antifrastica, per lanciare un messaggio non violento.
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