La «città che cresce»: Biesse dal 9 luglio in edicola con il GdB
Rete elettrica e trasporti, farmacie e grandi magazzini, caserme e previdenza sociale. È la Brescia delle infrastrutture, la protagonista del nuovo numero di Biesse – il 23° – il periodico trimestrale edito da Fondazione Negri e dedicato alla storia della provincia bresciana. Il fascicolo sarà disponibile in edicola da martedì 9 luglio con il Giornale di Brescia a 8 euro (più il prezzo del quotidiano).
Quella che l’editore Mauro Negri e il direttore Marcello Zane vogliono proporre è «un’idea di città e provincia sempre in aggiornamento - scrivono nell’editoriale d’apertura - dove si posizionano inevitabilmente l’ingegno di uomini e l’operosità di imprese e istituzioni». Perché, azzardano, «forse Biesse serve anche per una maggiore consapevolezza di chi vive, lavora, cresce e apprezza la Brescia di oggi».
Istituzioni
Ecco allora la storia della Società elettrica bresciana, nata come Fraschini & Porta alla fine del XIX secolo quando - era l’ottobre 1894 - vennero accese in città 51 lampade ad arco da 500 candele e 40 lampade ad incandescenza da 50 candele ciascuna, divenute rispettivamente 680 e oltre 105mila (con quelle nelle case private) nel 1908. Poi i trasporti, con la ditta Bonardi & Besenzoni tra le imprese che oltre un secolo fa si occupavano di quella che oggi chiameremmo «logistica».
E la salute, con il laboratorio della farmacia aperta da Antonio Girardi all’angolo tra corso Palestro e via delle Spaderie (ora via X Giornate), ceduta poi a Giuseppe Ottelli e infine ad Angelo Formenti. Ancora, i Grandi Magazzini all’Est, l’avanguardia del commercio al dettaglio, aperti nel 1898 da Dominatore Mainetti, allora giovane di belle speranze che finirà per diventare nel 1915 sindaco di Brescia.
Dedicati all’urbanistica gli approfondimenti sul palazzo dell’Inam (Istituto Nazionale per le Assicurazioni contro le Malattie) che in via Corsica diverrà poi parte della rete dell’assistenza sanitaria. E la Caserma Goito, ex convento benedettino, già distretto e ospedale militare, ora sede del Centro documentale per l’esercito, unica realtà militare attiva superstite in città.
Sul territorio
Dal capoluogo alla provincia, per riscoprire – sempre grazie alle immagini d’epoca – il «cuore valsabbino» di Sabbio con le stratificazioni storiche e architettoniche della sua Rocca, gli affreschi quattrocenteschi della chiesa di San Giorgio a Cislano di Zone, lungo la via Valeriana, e la «piccola capitale» della Bassa, Orzinuovi con la sua celebre piazza «geometrica e vissuta» in una ortogonalità tutta medievale da roccaforte militare. E Limone del Garda, «limen» settentrionale della provincia, dove l’Hotel delle Palme immortalato in un servizio fotografico di fine anni ’50 documenta l’ormai avviata fortuna turistica di una località che fino a pochi decenni prima viveva della produzione e del commercio degli agrumi.
Ma la rivista scandaglia anche le curiosità della storia e del territorio. Come le immagini dei carri allegorici creati dai dopolavoro aziendali, istituiti nel 1925 come struttura di coinvolgimento (e controllo) dei lavoratori da parte del regime. O – sull’altro versante politico – il battaglione di Polizia partigiana che dopo il 25 aprile ’45 ebbe istituzionalmente il compito di provvedere all’ordine pubblico nei mesi in cui si ricostituiva la struttura statale.
Il design ci parla delle rubinetterie lumezzanesi, la ricorrenza evoca il record di velocità conquistato nel 1934 dal maresciallo Francesco Agello a bordo di un idrovolante all’idroscalo di Desenzano. Infine Gianni «il Vigile», pittoresco personaggio della Brescia che fu, immortalato a... dirigere il traffico in piazza Vittoria.
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