La casa-studio di Trainini, dove le macchie sui muri «parlano»
Consiglio per i visitatori: tenete gli occhi ben aperti e non perdetevi un centimetro quadrato di intonaco, pavimento, soffitto o portoncino. Perché la casa-studio di Vittorio Trainini a Mompiano, dove sabato sarà inaugurata la seconda tranche della mostra dedicata all’«Ultimo maestro della grande decorazione», è un’opera d’arte essa stessa.
Una casa-studio diventata gioiello d’arte in cui sbizzarrirsi e sperimentare, in una sorta di «horror vacui» che portò il maestro ad intervenire su tutto. Non solo sull’architettura, ma anche sulle pareti affescate, sugli intonaci «graffiti», sui pavimenti decorati a mosaico, sui mobili e sulle porte dove l’artista ricavò scene fantastiche facendosi ispirare dalle nervature del legno...
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