L'11 settembre 1784 nasceva a Brescia Lodovico Pavoni
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
L'11 settembre 1784 a Brescia nasceva Lodovico Pavoni, presbitero e fondatore della Congregazione religiosa dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani), che fu proclamato Beato da Giovanni Paolo II nel 2002 e canonizzato da papa Francesco nel 2016. Lodovico proveniva da una agiata famiglia bresciana di nobili e benestanti, che sin dalla tenera età lo indottrinarono all'educazione cristiana.
Il bambino è vivace, geniale e dotato di un'acuta intelligenza e sin da subito in lui matura l'interesse e la vicinanza verso le tematiche sociali. Seguendo la vocazione entrò in seminario, da dove ne uscì nel 1807, quando venne ordinato sacerdote. Dimostrò sin da subito un particolare affiatamento verso i ragazzi e verso l'attività catechetica e fondò presto un suo oratorio dove avvicinare ed educare cristianamente i fanciulli più poveri, anticipando i moderni centri educativi e l'associazionismo giovanile. Nel 1812 divenne segretario del vescovo Gabrio Maria Nava che gli consentì di proseguire comunque a dirigere l'oratorio e la catechesi.
Nel 1818 fu nominato Canonico del Duomo e si dedicò alla fondazione del "Pio Istituto S. Barnaba", istituto per giovani poveri, abbandonati e diversamente abili. San Lodovico precorse i tempi e creò un metodo educativo che lo pose all'avanguardia dei pedagogisti dell'Ottocento ed i principi chiave presenti nel suo approccio verso i giovani (ragionevoleza, amore, prevenzione, centralità della fede, importanza del lavoro) verranno ripresi successivamente da Don Bosco. L'operato di Pavoni fu, in particolare, profuso verso la creazione di un modello di istruzione e di avviamento al lavoro, che anticipò le attuali scuole professionali.
Colse per primo l'importanza dei mass media, facendo un intenso apostolato attraverso attività tipografica ed editoriale ed al tempo stesso si batté per portare avanti riforme innovative nel mondo del lavoro (assistenza nella malattia, licenziamento solo per giusta causa, partecipazione del lavoratore agli utili d'azienda, dignità del lavoratore cui va portato rispetto) che anticiparono di oltre cinquant'anni la famosa "Rerum Novarum" di Papa Leone XIII.
Il lavoro come missione e l'educazione ai valori cristiani anche attraverso le fabbriche, le botteghe artigianali ed i cantieri edili furono i suoi cavalli di battaglia di una vita e proprio su queste tematiche, su questi valori, che fondò la "Congregazione dei Figli di Maria Immacolata".
La creazione di questa congregazione fu un atto rivoluzionario per l'epoca; infatti, molti storsero il naso all'idea di sacerdoti e religiosi laici che collaboravano alla pari come educatori della fede, come maestri d'arte e come punti di riferimento. Anche in questo San Lodovico vide lontano e precorse i tempi.
Si occupò assiduamente di questa sua creatura fino al 1° aprile 1849, quando in quel di Rodengo Saiano spirò mentre si stava prodigando nel salvare i suoi ragazzi durante l'insurrezione dei bresciani nelle dieci giornate. La Chiesa riconobbe l'eroicità delle sue virtù e lo propose come modello di vita cristiana nel 1947 e lo beatificò nel 2002. La parrocchia di Saiano, in ricordo del suo sacrificio, gli ha dedicato l'oratorio che porta il suo nome.
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