Irene, la ragazzina «star» delle percussioni
Sbaglia chi pensa che per le percussioni ci voglia il fisico. Ci vuole ben altro e la dimostrazione è Irene Bresciani, 26enne bresciana, che sta realizzando il suo sogno di diventare una professionista delle percussioni e nei giorni scorsi ha vinto il primo premio per il vibrafono all’International Percussion Festival che ha riunito a Torrazza Coste in provincia di Pavia i migliori giovani percussionisti italiani, con una significativa partecipazione di stranieri, provenienti da Giappone, Polonia, Romania, Russia, Turchia, Ucraina e Uzbekistan.
Irene Bresciani è una ragazzina minuta, dai lunghi capelli neri e dagli occhi dolci, ma volitivi, che dimostra meno dei suoi 26 anni. Non ha il fisico, ma ha una grande determinazione e tanto talento. Ma come nasce questa passione per le percussioni e per uno strumento raro e poco usato come il vibrafono?
«Da piccola volevo suonare il violino - racconta Irene - ma alle elementari mio padre mi convinse e scegliere le percussioni, i tamburi. E mi innamorai del ritmo».
Poi studi molto seri..
«Prima al Conservatorio di Brescia e poi, fino al diploma in percussioni a Vicenza col maestro Saverio Tasca, un grande del vibrafono».
E ora cosa sta facendo?
«Frequento al conservatorio di Vicenza il biennio di specializzazione in musica contemporanea del maestro Guido Facchin».
Quindi sogni una grande orchestra?
«Non lo so. Devo dire che mi piace molto il jazz, e il vibrafono nel jazz è fondamentale. Tra i miei "allori" c’è anche l’aver suonato, l’anno scorso a Vicenza, con Jason Marsalis, il più piccolo della famiglia di grandi jazzisti che è un percussionista».
Un futuro in una jazz band quindi?
«Non credo, il fatto è che a me piace anche scrivere musica, pezzi pop. E mi piacerebbe molto portare nel pop il vibrafono, non lo si usa quasi mai, ma credo che in molte canzoni ci starebbe proprio bene».
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