«Io, felice di donare tante voci diverse ai cartoni animati»
Da piccola, tra gli anni ’80 e ’90, recitava, «faceva le voci», imitava. E guardava i cartoni animati con occhio clinico: osservava il labiale, la modulazione delle voci... Il doppiaggio per Annalisa Longo è una passione: naturale, per lei, fu intraprendere, dopo il liceo, gli studi al Centro Teatro Attivo di Milano. Qui imparò recitazione professionale, dizione e doppiaggio.
Oggi, a 12 anni dal primo lavoro, la bresciana residente in Franciacorta doppia cartoni animati («Milo», «Gus, mini maxi cavaliere», «I Casagrande»), ma anche film, videogiochi e audiolibri. Lavorando tra Milano, Roma, Torino (dove ha registrato le voci per «Tempesta d’amore») e la Svizzera, Longo dà voce a diversi personaggi e autori. Ce ne ha parlato.
Annalisa, cosa significa per lei doppiare cartoni animati?
Si tratta di comunicare buoni sentimenti: i cartoni trasmettono sempre messaggi positivi.
E per quanto riguarda i videogiochi?
È molto diverso dal classico doppiaggio, e inizialmente il lavoro prevedeva di registrare solo su una forma d’onda, senza avere una percezione completa del prodotto finale. Oggi, grazie alle innovazioni grafiche, i prodotti sembrano dei film e noi doppiatori abbiamo a disposizione lunghi filmati. Il coinvolgimento è decisamente maggiore. È emozionante e anche il pubblico è entusiasta degli ultimi titoli: si tratta di prodotti attesissimi.
C’è un personaggio al quale è particolarmente legata?
Misty di «Cyberpunk 2077», che è ambientato in un futuro distopico in cui i cyborg hanno preso il controllo (un prodotto strepitoso). Lei, fidanzata del defunto amico del protagonista, è una ragazza mistica, che ha un negozio di esoterismo. Rimane una presenza umana e calorosa in un mondo freddo.
Invece, nei cartoni animati?
In «Zouk», la storia di una streghetta in onda su Cartoonito, interpreto Jojo, umano e goffo, che Zouk trascina nelle sue avventure. È molto comico e mi è entrato subito nel cuore. Mi tira su il morale, quando lo doppio. E poi adoro i “Trullalleri”, una produzione in parte italiana: si tratta di un cartone su quattro maghi cuochi. Io sono Ring, che combatte contro lo stregone Copperpot, doppiato dal grande Pietro Ubaldi (Giuliano e M’arrabbio in «Kiss me Licia», Doraemon, Patrick in «Spongebob»...).
Quindi sulla sua strada ha incontrato molti dei doppiatori più noti...
Spesso, a partire da Luca Ward e Francesco Pezzulli (la voce di Leonardo Di Caprio), fino ad arrivare a Ludovica Modugno, recentemente scomparsa: una persona squisita, è stata una fortuna lavorare con lei a Roma per un film.
Parlando di audiolibri: si tratta di un settore in crescita? Le piace narrarli?
La domanda è in aumento su tutti i generi (dai romanzi storici ai fantasy, dai saggi ai libri per ragazzi).
Io lo faccio da un paio d’anni e ho doppiato diversi titoli per Audible, qualcosa in stile “Piccoli brividi” e il romanzo «Mara» di Ritanna Armeni. Lavorare sugli audiobook offre molti spunti di riflessione ed è una fortuna. Professionalmente è molto stimolante.
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