In piazza Loggia rivive il De André degli anni di piombo
Una cosa è certa: Fabrizio De André vive ancora, a vent'anni dalla sua morte, e lo fa sicuramente attraverso la sua musica, ricca di audacia e poesia, capace ancora di parlare alle coscienze, ma anche grazie al figlio Cristiano, artista di sicura bravura, che se ne è fatto sacerdote, assumendosi l'incarico di portare anche alle nuove generazioni la parola di Faber, insieme al sogno che aveva di una umanità più unita.
Lo ha chiaramente percepito il pubblico, circa 800 persone, che in piazza Loggia ha partecipato alla tappa bresciana del tour «Storia di un impiegato», di Cristiano De André, ispirato al celebre concept-album del padre Fabrizio, uscito nel 1973, che riporta al suo impegno più strettamente politico, e nel quale riecheggiano i tumulti che sconvolsero l'Italia di quel periodo. Un progetto studiato e voluto per i 50 anni del 1968
Particolarmente adatta dunque, come ha osservato lo stesso Cristiano De Andrè, l'ambientazione della serata in piazza Loggia, che sulla propria pelle visse la tragedia di quegli anni.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato