Cultura

Il violino del Titanic ha origini bresciane

Lo strumento dell'ultimo concerto prima dell'inabissamento sarebbe la copia di un Maggini, liutaio bresciano del '600
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Fu ripescato accanto al corpo del direttore d'orchestra Wallace Hartley dieci giorni dopo il naufragio costato la vita a 1.500 persone, nell'aprile del 1912. Poi se ne persero le tracce, fino al 2006, quando venne trovato nella soffitta di un insegnante di musica.

Ora il violino che Hartley suonò per l'ultimo concerto del Titanic, per calamare i passeggeri terrorizzati, è stato venduto all'asta per 900mila sterline, al cambio oltre un milione di euro. Un violino la cui storia è anche un po' bresciana. Per la precisione, la sua storia inizia tra la fine del '500 e l'inizio del '600 a Botticino.

Realizzato il legno di rosa intorno al 1880, il violino reca il marchio "Giovan Paolo Maggini Brescia". Tal Maggini fu un lituaio nato nel 1581 e morto - probabilmente - nel 1631 di peste a Botticino. Allievo prediletto del più noto Gasparo da Salò, divenne famoso per la realizzazione di violini che si distinsero per la forma ampia, il colore della vernice tendente all'arancione, fasce basse e, soprattutto, il doppio filetto, tratto distintivo che caratterizza proprio lo strumento ripescato dalle gelide acque dell'Atlantico.

Il violino del Titanic, come detto, risale al 1880 e non è certo un originale Maggini, scomparso quasi tre secoli prima. Tuttavia, alcune ricerche hanno permesso di affermare che lo strumento, regalato al direttore d'orchestra Wallace Hartley da Maria in occasione del loro fidanzamento, è una copia di un modello di Maggini, realizzato con molta probabilità  nella seconda metà dell'Ottocento da un artigiano tedesco.

Una lunga vita, insomma, per il violino del Titanic salvato dal naufragio.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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