Il vento dello Zio Rock soffia in Sardegna
Concerto di Omar Pedrini a Sant'Antioco, si rinsalda il legame tra lo Zio Rock e la Sardegna. E i fan ringraziano, bresciani compresi.
AA
Sant’Antioco, isola nell’estremo sud ovest della Sardegna, sembra un vero e proprio avamposto proteso verso Gibilterra. È qui che all’improvviso, durante la festa patronale del paese, una voce chiama da dietro ad un palcoscenico. «Ciao gnaro, anche tu in Sarda?». Padre e figlio si girano: «Guarda c’è lo Zio Rock!», dice il papà con entusiasmo.
Giusto il tempo per spiegare al piccolo non ancora undicenne che Omar Pedrini si è guadagnato questo appellativo dopo essere stato per oltre vent'anni (e lo è ancora!) uno dei maggiori alfieri del rock italiano, e via con baci e abbracci, fino ai pronostici sulla prossima stagione del Brescia dopo il rischio fallimento.
«Questa sera portiamo un po’ di Brescia in questa meravigliosa terra, che sin dai tempi dei Timoria è stata generosa e riconoscente con me», dice Omar prima dell’ultimo dei quattro concerti sull’isola, parte di una tournée che lo sta portando attraverso l’Italia.
La preparazione della serata da parte della band assomiglia ad un prepartita, tra facce concentrate, gesti scaramantici e ultimi dettagli sulla scaletta. Finita la processione dedicata al patrono, arriva l’ora del rock, pronto ad imporre la propria liturgia. Così, da lontano giunge una voce: «Signori e signore... Omar Pedrini!».
Parte bene Omar, concentrato, ma disinvolto quanto basta, con una scaletta che aumenta l’intensità di canzone in canzone, in un mix di pezzi di produzione propria e vecchi successi dei Timoria. «Via Padana Superiore» e poi ancora «Casa mia» con cui saluta i bresciani presenti suggellando lo strano gemellaggio tra la Leonessa e Sant'Antioco, che a sua volta improvvisamente diventa «L’isola di Wight».
Arriva «Senza vento», quindi è lo stesso Omar che accompagna il pubblico ad Amsterdam, non prima di arrivare a chiedersi «Che ci vado a fare a Londra?», lui, che assume sempre più le sembianze fisiche e spirituali di quel Joe protagonista del «Viaggio senza vento», concept album pubblicato con i Timoria.
Con «Sole spento» la band esprime tutto il proprio potenziale, ma è con «Verso Oriente» , che sfocia poi nell’inno di John Lennon «Give Peace a chance», che la piazza esplode, canta e si commuove.
Lo Zio Rock rientra nel backstage carico, come se avesse segnato una doppietta, poi tra un fan e l’altro estrae dal cilindro una maglietta di Dario Hubner targata Brescia stagione 2000, regalatagli 2 giorni prima durante il concerto di Firenze. Foto e complimenti, arriva il tempo di partire per i prossimi concerti.
«Saluta lo Zio Rock», dice il padre al figlio. Lui obbedisce, anche se poi esclama: «Papà, Omar però non è mio zio». Va bene, per le spiegazioni ci sarà tempo.
Fabrizio Valli
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato