Il ritorno di Venditti e De Gregori per ribadire: «La storia siamo noi»
Salvo improbabili sorprese di serata, la scaletta del concerto di Antonello Venditti e Francesco De Gregori, dall’apertura con «Bomba o non bomba» all’ultimo bis con «Roma capoccia», ribadirà che la storia sono (anche) loro, altro che chiacchiere. Certo, insieme a una ristretta cerchia di ulteriori (cant)autori del panorama nazionale: ma sul fatto che essi siano nel gotha, non c’è davvero dubbio, perfino al di là di gusti personali che portino ad apprezzare più il sublime menestrello con la passione inesausta per il folk-rock alla Dylan, ovvero l’inventore di melodie strappa-applausi che vanta 30 milioni di dischi venduti in carriera.
Non è strano ritrovarli in un tour congiunto che - dopo il live trionfale di fine estate, sotto le stelle di piazza della Loggia - domani, sabato, replica a Brescia, al Dis_Play del Brixia Forum, via Caprera 5 (alle 21, biglietti esauriti). Per il Principe e il Cicalone (come veniva soprannominato Venditti a inizio anni Settanta) è in fondo la ripresa di un discorso artistico e d’amicizia forse mai del tutto interrotto, sebbene segnato da un periodo di esibito "grande freddo", con reciproche frecciatine a distanza; ad ogni modo, essi cominciarono in parallelo al Folkstudio di Roma, salvo fare poi a braccetto l’esordio discografico con «Theorius Campus», nel 1972, caso assai raro di ellepì condiviso.
Numeri di carriera
Entrambi romani ed entrambi in orbita da quasi mezzo secolo, i due sono profondamente differenti per indole e proposta musicale, accomunati invece dall’effetto duraturo sul pubblico e dall’affetto che ne ricevono. I numeri dicono 73 anni e 46 dischi complessivi per Venditti, mentre per De Gregori gli anni sono 71 e i dischi 49: il repertorio da cui potevano attingere per una scaletta sontuosa è dunque sterminato e i due non hanno affatto deluso quanto alla selezione.
Seguendo alla lettera un’idea di ragionevole par condicio, scorreranno dunque - eseguite insieme - pagine capaci di raccontare l’Italia dell’altro ieri, di ieri e pure di oggi: «La leva calcistica della classe ’68», «Sotto il segno dei pesci», «La storia», «Ci vorrebbe un amico», «Pablo», «Dolce signora», «Bufalo Bill», «In questo mondo di ladri»; ma pure «La donna cannone» e «Peppino», «Generale» e «Ricordati di me», che sono state recentemente pubblicate in una nuova versione, studiata appositamente per il tour.
Assolo
Ci saranno, ovviamente, parentesi solitarie, legate a brani come «Sara», «Alice», «Notte prima degli esami» e «Santa Lucia»; non mancherà un tributo all’amico (comune) Lucio Dalla, attraverso la sua meravigliosa «Canzone». Sul palco con Venditti e De Gregori salirà un supergruppo che riunisce alcuni dei rispettivi compagni d’avventura: Alessandro Canini batteria, Danilo Cherni tastiere, Carlo Gaudiello al piano, Primiano Di Biase all’organo hammond, Fabio Pignatelli al basso, Amedeo Bianchi al sax, Paolo Giovenchi alle chitarre, Alessandro Valle a pedal steel guitar e mandolino, Fabiana Sirigu al violino, Guido Guglielminetti al coordinamento musicale.
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