Il Pugile e la Vittoria sarà «uno degli eventi più importanti di Bergamo Brescia 2023»
Per l’archeologo Stéphane Verger questo sarà «uno degli eventi più importanti di Bergamo Brescia 2023». Il riferimento è a «Il Pugile e la Vittoria, un desiderio senza tempo nel nuovo Capitolium», progetto tra i più attesi di Capitale italiana della Cultura, un allestimento che animerà il tempio capitolino a partire dal prossimo 12 luglio e fino al 29 ottobre 2023. Ai piedi della Vittoria Alata, infatti, si siederà per qualche tempo il pugilatore in riposo del Museo Nazionale Romano (diretto da Verger).
La statua romana simbolo di Brescia accoglierà per qualche tempo il bronzo ellenistico del pugile a riposo, in un allestimento ad hoc curato nuovamente da Juan Navarro Baldeweg, architetto che progettò proprio la sala che ospita da pochi anni la Vittoria Alata restaurata. «Abbiamo ripensato la cella orientale del tempio romano», ha spiegato in una conferenza stampa romana pensata per svelare l’installazione. «Il progetto vuole favorire il dialogo indiretto tra il pugile e la statua, che si riflette attraverso un pannello di vetro in un angolo della sala».
Sgarbi: «Due città in cui è necessario recarsi»
Alla presentazione c'era anche Vittorio Sgarbi, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, che non ha risparmiato nessuno, in mezzo al suo elogio per Bergamo Brescia Capitale della Cultura (in cui rientra questa mostra): «Il Ministero, attraverso Verger e Karadjov, ha pensato a un’iniziativa che dà significato a una serie di Capitali della Cultura mancate. Salvo Palermo (quando ero assessore in Regione), furono tutte esperienze fallimentari» ha rimarcato. «Di molte nessuno ricorda nemmeno la città. L’unica che merita il nome di Capitale è Matera, benché fallì anch’essa, con una serie di buffonate».
Un riconoscimento alla città d'arte
Il Pugile verrà quindi trasferito a Brescia nei prossimi giorni. «Si tratta di un incontro tra due realtà dei beni culturali: il Museo Nazionale Romano e Brescia Musei. Ma anche un incontro tra due opere stilisticamente diverse, ma dalla storia simile», ha spiegato Verger. «Nascoste per essere conservate, presentano alcuni misteri, e su entrambe ci sono stati diversi dibattiti scientifici». Anche secondo il direttore di Brescia Musei Stefano Karadjov tra le due c’è «consonanza valoriale: una tensione umana e politica verso il successo, verso il raggiungimento dell’obiettivo».
Per Francesca Bazoli, presidente di Brescia Musei, va però sottolineata anche la «discrasia tra un patrimonio straordinario e il fatto che Brescia non sia considerata una grande città d’arte come merita. Finalmente questa discrasia sta venendo sanata. Non solo in concomitanza di Capitale della Cultura, ma anche grazie al lavoro fatto in quarant’anni. C’è un lavoro immenso che ha portato al successo di cui ha parlato Sgarbi. Brescia ha oggi la possibilità di ospitare il bronzo antico più importante al mondo e questo ha una forte valenza simbolica: Roma, con il prestito, riconosce a Brescia il ruolo di vera Capitale della Cultura».
Anche per Sgarbi è così. «A Brescia la campana della Vittoria suonerà proprio per ricordarci che la città è il luogo in cui andare. Una bella mostra con due sole opere che ci faranno essere orgogliosi di avere due capitali in un solo momento. Brescia e Roma». E Bergamo, aggiungiamo noi.
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