Il profumo speciale del fiore non colto
Il fiore che non colsi! È forse il titolo di un romanzo oppure di un film? Non so e non ricordo, ma la frase ben si attaglia alle occasioni perdute, alle rinunce consapevoli, ai - più o meno volontari - atteggiamenti di rifiuto o di prudente cautela.
Guardo i miei fiori non colti, appassiti e riconosco la mia rinuncia allo studio. Quel fiore bagnato dal mio pianto è morto soffocato dall’amarezza vicino a quell’altro fiore che è la mia rinuncia, volontaria, a riprendere a nuotare, dopo uno spavento. Avrei dovuto reagire, avrei dovuto lottare per realizzare i miei sogni. Fiori non colti e sempre rimpianti, lasciati inaridire forse per colpevole inerzia. Ma non voglio fare qui un elenco dei «no» più o meno motivati che hanno comunque cambiato il corso degli eventi che mi riguardano.
Chiedo a voi se ricordate quel fiore che non avete colto, che avete lasciato appassire, forse coraggiosamente o, al contrario, colpevolmente. Un solo fiore - non colto - merita una carezza lieve, consapevole e grata. Non colto per rispetto, per amore per non sciupare qualcosa di particolarmente delicato. Ed è questo il caso in cui il ricordo sfiora con gentilezza l’orgoglio per aver ben agito e sommuove nell’anima un profondo, gratificante, compiacimento.
Io credo che ci sia in ogni percorso un fiore appassito al quale sorridiamo nel ricordo, un fiore dal profumo speciale che sa di malinconia. La rinuncia a un amore sfiorato, il rifiuto a un invito intrigante, l’aver girato le spalle ad un’occasione sono fiori non colti per paura, per prudenza o istintivamente lasciati sfiorire. Fiori che forse non meritano il rimpianto ma, certamente meritano un ricordo e un sorriso.
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