Cultura

Il pirlo? Sì, ma in chat: l'aperitivo ai tempi del coronavirus

App e start up consentono di non rinunciare al momento di socialità, rispettando l'isolamento e in tutta sicurezza
Tante le idee per continuare a brindare anche in quarantena - © www.ebt-trentino.it
Tante le idee per continuare a brindare anche in quarantena - © www.ebt-trentino.it
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Niente feste, niente cene e niente film insieme. Ma se ai bresciani puoi chiedere di mobilitarsi per una raccolta fondi lampo, e loro rispondono donando 10 milioni di euro in una settimana, non si può davvero pretendere che rinuncino all’aperitivo. Al pirlo in particolare. Anche se c’è il coronavirus

Ecco che pur di tenersi stretto quel momento di socialità, seppur in sicurezza, i cittadini si sono subito organizzati in altro modo. Anzi, in un altro mondo direttamente, cioè quello virtuale. Basta dare un’occhiata alle storie di Instagram per rendersi conto di quanto l’iniziativa abbia preso piede fra tutte le età, coinvolgendo gruppi di amici, fidanzati a distanza e perfino intere famiglie. Una delle app particolarmente apprezzata dai giovani è Houseparty, che permette di videochiamare anche più di dieci persone in una volta. «Prima di cena ma anche dopo cena, ci troviamo su Houseparty o su Skype e stiamo insieme a distanza - racconta Benedetta, 20 anni -. È facile, ci si registra con Facebook o Snapchat, e poi chiacchieri quanto vuoi. Ogni volta che entra qualcuno di nuovo nella stanza virtuale, la app avvisa tutti. E finalmente puoi vedere i tuoi amici in diretta».

Ancora più immediato è WhatsApp, che però consente videochiamate di quattro persone al massimo. Anche piattaforme usatissime in questi giorni per lo smart working, come Zoom, di sera si trasformano in immaginari tavolini da bar. La formula è semplice: un orario, una rete di contatti e un bicchiere in mano con cui presentarsi alla telecamera. «Domenica sera ci siamo trovati in 13, di cui quattro sparsi fra Milano, Olanda, Francia e Stati Uniti: bellissimo, i discorsi si accavallavano, abbiamo riso un sacco - dice Giovanni, 27enne -. C’erano anche due amici che sono medici e vivono tutti i giorni la realtà tremenda dell’ospedale: così siamo riusciti a smorzare almeno un po’ la tensione di questo periodo».

I più raffinati si fanno perfino portare a casa vini pregiati e li sorseggiano guidati in videoconferenza con un enologo. È l’iniziativa lanciata da Divinea, startup milanese che per questo momento ha ideato lo Smart Tasting per continuare a promuovere l’enoturismo italiano portando le cantine direttamente nelle case. Con il pacchetto si possono ordinare fino a tre bottiglie (si parte dai 35 euro) e poi degustarle in compagnia di un esperto via web.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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