Il nuovo viaggio di Jury comincia con «It’s so fine»

Un invito al viaggio delicato, una piccola gemma pop dalle atmosfere sognanti, con aperture verso territori musicali da esplorare. Jury riparte da «It’s so fine», primo singolo estratto dall'album «Emerald Lullabies», uscito il 18 febbraio. 

Si tratta di un disco caratterizzato «da suoni eterei», racconta Jury, che martedì alle 11 sarà ospite Maddalena Damini nel Magazine di Radio Bresciasette. «Mi sono ritrovato a raccontare una storia che è diventata un vero e proprio concept - racconta -. Nessuna presunzione. Il risultato del lavoro in studio con mio fratello Kevin, un lavoro «di famiglia» nel vero senso delle parole, è caratterizzato da istinto e naturalezza. Le canzoni e la loro lavorazione ci hanno portato lì». 

Il disco è interamente cantato in inglese. «Credo che la musica italiana stia vivendo un momento di rottura. Il cantautorato indie è tornato di moda, ma io non riesco a riconoscermi in quella scena. Ho studiato moltissimo come esprimermi in italiano, ma forse i tempi non sono ancora maturi. L’inglese, invece, è arrivato naturale». 

Jury vive in campagna, a Gussago, da circa tre anni. «Da qui, forse, l’atmosfera per certi versi agreste di «Emerald Lullabies» - commenta -. Ma sono stati fondamentali anche i viaggi a New York con The Matt Project, band con la quale collaboro. Inoltre, mi è capitato di scrivere musica per alcuni cortometraggi. E mi sono ritrovato con un disco che è anche un «soggetto» cinematografico. Con i registi che hanno curato il video del singolo "It’s So Fine", Stefano Bianchi e Andrea Cominoli, mi piacerebbe realizzare un vero e proprio corto».

Ora bisogna iniziare a pensare ai live. «Questo disco mi accompagnerà per molto tempo. Non è un approdo definitivo, segna una mia evoluzione. Ma credo moltissimo in questo mio nuovo progetto, che è libero, autoprodotto e "familiare"».

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