Il nuovo «Brescia Photo Festival» dedicato alle «Donne»
Sarà «Donne» il tema e lo svolgimento del Brescia Photo Festival 2019 in programma fra maggio e settembre nei luoghi espositivi istituzionali (Museo di Santa Giulia e Macof), ma anche in molte gallerie di città e provincia, organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune, Fondazione Brescia Musei e Amministrazione provinciale.
Una scelta che l’ambiente fotografico è pronto ad appoggiare con interesse.
«Donne» sarà un... caleidoscopio iconografico che spazierà dal classico genere del Nudo d’autore alla Nobuyoshi Araki ed Helmut Newton, fino alla recente ribellione neofemminile del... #metoo seguito allo scandalo hollywoodiano di Harvey Weinstein. Passando anche nel ricordo storicizzato del movimento femminista, dalle suffragette in poi, e approdando all’attuale irrinunciabile contrasto alla violenza sulle donne in ogni sua forma, fino a una riflessione sul mix culturale muliebre che sta derivando dai mutamenti socio-economici indotti dalla globalizzazione e dall’immigrazione.
In quest’ottica, alla ricerca di icone per un ipotetico manifesto - sia materiale sia ideale - che sintetizzi la grande rassegna, potrebbero essere di riferimento l’ex musa e modella d’un big della fotografia come Edward Weston, evolutasi a impegnata foto-pasionaria quale è stata Tina Modotti; o un’artista passionale e protofemminista come fu Frida Kahlo; o, ancora, una fotoreporter-eroina come Gerda Taro (compagna di Robert Capa rimasta uccisa durante un reportage sulla guerra civile in Spagna) cantata con successo dal romanzo «La ragazza con la Leica» di Helena Janeczek premiato con lo Strega 2018. E, per stare ai nostri giorni, perchè no?, l’astronauta Samantha Cristoforetti, tantopiù in questo 2019, che il 20 luglio celebrerà il cinquantenario del primo sbarco sulla Luna.
Temi. In linea espositiva generale il terzo Brescia Photo Festival si articolerà non tanto per mostre di singoli fotografi, bensì soprattutto attraverso collettive tematiche: raccolte di scatti, da varie fonti, archivi e autori di primo piano italiani e stranieri, che però si tengono in virtù dei contenuti tematici raffigurati. La macchina organizzativa è in movimento, i tempi sono ristretti e le non abbondanti risorse vanno calibrate con attenzione, a meno di qualche mega-sponsorizzazione, che al momento non c’è, ma sarebbe la benvenuta. Certo dopo il debutto-boom del 2017 fortissimo del richiamo internazionale garantito dalla personale di un gigante come Steve McCurry e dalle mostre celebranti i settant’anni della celeberrima agenzia Magnum Photos, l’anno scorso c’è stata la meno glamour edizione intitolata «Collections» basata su importanti ma fin troppo multiformi collezioni private. Ora questo «Donne» si preannuncia un’occasione importante per focalizzare un solo argomento che è universale, sia storicamente sia dentro l’attualità.
Un progetto in cui non dovrebbe mancare anche una esposizione specifica sulle non poche "donne fotografe", autrici cioè, e non soggetti passivi, del fotografare che conta: per esempio produzioni come quella storica di Carla Cerati, a cui sta lavorando una nota galleria cittadina; o della veterana contemporanea Letizia Battaglia, di cui ai "Tre Oci" di Venezia il 20 marzo s’inaugurerà la retrospettiva «Fotografia come scelta di vita».
In calendario, come in passato, anche manifestazioni collaterali: incontri con gli autori, approfondimenti tematici attraverso conferenze, e forse una nuova proposta cinematografica come quella che l’anno scorso meritoriamente allestì il cinema Nuovo Eden. Molto dipenderà, appunto, dalle risorse. Certo la cadenza annuale del Brescia Photo Festival non aiuta né in senso organizzativo né economico: una biennalità forse consentirebbe di preparare al meglio un tassello non trascurabile di quel sogno di candidare Brescia a Capitale della Cultura nel 2022. Anche attraverso la sua comunque benemerita kermesse fotografica.
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