Il musicologo: «Come “Bella Ciao” divenne simbolo della Resistenza»
Francesco Mannoni
Jacopo Tomatis ha dedicato un saggio al celebre inno: «I partigiani lo cantavano durante la Seconda guerra mondiale, ma è diventato quello che è oggi solo dagli anni Sessanta»
Il giornalista e musicologo Jacopo Tomatis - © www.giornaledibrescia.it
«La storia di “Bella ciao” è affascinante perché è complessa», afferma Jacopo Tomatis, musicologo, giornalista, scrittore e insegnante di Popolar music al Dams di Torino, parlando del suo saggio dedicato al celebre inno (Il Saggiatore, 192 pp. 15 euro) e del suo carisma che continua a conquistare le nuove generazioni. «Ma - premette l’autore -, non è una storia lineare: procede per scarti inattesi e si è alimentata per decenni di interpretazioni errate, miti e fake news. Quello che sappiamo, ogg
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