Cultura

«Il mio Romeo al femminile, così simile ai giovani d’oggi»

Marco Bizzarini
Il mezzosoprano bresciano Annalisa Stroppa aprirà la stagione d’opera al Teatro Grande ne «I Capuleti e i Montecchi»
La mozzosoprano bresciana Annalisa Stroppa - © www.giornaledibrescia.it
La mozzosoprano bresciana Annalisa Stroppa - © www.giornaledibrescia.it
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Doppia soddisfazione in vista per il mezzosoprano concittadino Annalisa Stroppa: cantare in un’opera al Teatro Grande e affrontare un ruolo da sempre prediletto. L’affermata cantante lirica è attesa per l’inaugurazione della Stagione d’opera, il prossimo venerdì 27 settembre (ore 20) con «I Capuleti e i Montecchi» di Bellini: interpreterà il personaggio di Romeo accanto alla Giulietta del soprano Benedetta Torre; sul podio il maestro Sebastiano Rolli, regia di Andrea De Rosa.

«Sarà davvero la mia prima opera al Grande - dichiara la cantante - ed è una bellissima sensazione. Di solito sono sempre in viaggio… Che bello, per una volta, non dover preparare le valigie e poter tornare direttamente a casa dopo le prove e le recite senza la necessità di salire su un aereo. Ho già provato qualcosa di simile lavorando al teatro di Bergamo, ma non è proprio la stessa cosa. Con questa produzione avrò anche modo di cantare nei teatri del circuito lirico lombardo, a Cremona, Como, Pavia, e di questo sono felice».

Che effetto fa interpretare un personaggio maschile come Romeo?

Fin da quando studiavo al Conservatorio di Brescia, uno dei miei cavalli di battaglia era proprio l’ultima aria di Romeo dai «Capuleti». La portavo ai saggi e ai concorsi. Ho poi affrontato l’opera completa nel 2016. Quindi mi sento davvero a mio agio con questa musica. Del resto, le opere di Bellini e Donizetti, insomma il repertorio belcantistico, sono la mia “comfort zone”. Ma ci sono arrivata per grado, a piccoli passi, con quella calma che consente di approfondire quei capolavori di scrittura vocale. E Bellini è così preciso che ti fa perfino sentire le lacrime nella musica! Il suo Romeo è un personaggio monumentale: tocca le corde e le emozioni più diverse. Il compositore lo affida a una voce acuta probabilmente perché proviene dalla scuola napoletana, senza contare che il ruolo “en travesti”, per convenzione, si addice a personaggi giovanissimi, come appunto è Romeo.

È vero che in questa produzione il regista lascerà a Romeo sembianze femminili?

Ma come? Si è già sparsa la voce? D’accordo, è vero, non indosserò abiti da uomo. E aggiungo che i protagonisti dell’opera saranno due adolescenti dei nostri giorni. Io stessa, per approfondire l’interpretazione, mi sono messa a osservare i nostri ragazzi. Ho come avuto la sensazione di tornare adolescente…

Nel finale del primo atto Romeo e Giulietta duettano all’unisono: cosa significa questa soluzione inconsueta?

Penso che Bellini, unendo le loro voci, abbia voluto dirci che i due giovani, in quel momento, grazie al loro amore, si sentono più forti di qualsiasi pregiudizio.

Dopo «I Capuleti» quali saranno i prossimi impegni?

Farò il mio debutto nel ruolo di Charlotte nel «Werther» di Massenet a Bologna; sarò quindi Carmen a Genova e la prossima estate parteciperò al «Roberto Devereux» di Donizetti al San Carlo di Napoli con la direzione di Riccardo Frizza. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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