Il grande fotografo Tony Vaccaro sconfigge il Covid a 97 anni
Una delle sue foto più famose, «Kiss of Liberation», mostra il sergente Gene Costanzo che si inginocchia a baciare una bambina dopo la liberazione della città di San Briac in Francia dai nazisti. Sopravvissuto allo sbarco in Normandia, il fotografo italoamericano Tony Vaccaro, oggi 97 anni, ha vinto la sua battaglia contro il Coronavirus.
Oltre che al Met e al Centro Pompidou, i suoi scatti sono anche a Bonefro, il paesino del Molise originario dei genitori, dove nel 2014 è stato aperto un piccolo museo in suo onore.
«Quel che conta per me è sfidare il mondo», ha detto il fotografo che attribuisce la sua longevità a «fortuna, vino rosso e determinazione». Tony è stato contagiato ad aprile, forse dal figlio Frank che abita vicino a lui a Queens e gestisce un vasto archivio di mezzo milione di scatti, forse durante le passeggiate nel quartiere, uno dei più colpiti a New York dalla pandemia.
Vaccaro è stato in ospedale due giorni con lievi sintomi, poi ha passato una settimana a riprendersi in casa. Tutti sono rimasti stupiti quando si è alzato dal letto e, come se niente fosse, si è fatto la barba.
In una lunga vita Tony (vero nome Michelantonio Celestino Onofrio Vaccaro) ha passato mille avventure immortalate nel documentario «Under Fire» per Hbo del 2016: dall’Europa della guerra e della ricostruzione agli Usa, dove ha lavorato come fotografo dei vip per riviste come Look, Life e Harper’s Bazaar: tra i soggetti, Sophia Loren, JFK, Enzo Ferrari, Georgia O'Keeffe e Pablo Picasso.
«Tony è sopravvissuto al virus perché voleva raccontare il resto della storia», scherza adesso la famiglia, che sta lavorando a un altro documentario sulla vita del fotografo prima e dopo la guerra. Se ne parlerà dopo la fine dell’epidemia: per ora non è sicuro fare entrare la troupe nell’appartamento.
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