Il gran concerto dei Foo Fighters (con i Guns)
Delirio senza paura sul palco della prima serata del Firenze Rocks: i Foo Fighters capitanati da Dave Grohl costringono a pogare senza sosta per due ore e mezzo 65mila persone accalcate all'ippodromo del Visarno, «resuscitano» Freddie Mercury e David Bowie per una cover di Under Pressure con l'ex Nirvana alla batteria e, per non farsi mancare nulla, a sorpresa accolgono sul palco i Guns N' Roses, con Axl, Slash e Duff per un anticipo del loro concerto fiorentino di questa sera.
Un attacco col botto quello del festival rock giunto alla sua seconda edizione nel capoluogo toscano. Grohl, capello al vento, classica tshirt nera e chitarrone turchese in pugno, non manca di infiammare subito le decine di migliaia di fan, arroventandoli con una urlatissima versione di «Run», dall'ultimo album targato Foo Fighters uscito lo scorso anno, «Concrete and gold». Continua a percuoterli con due bombe della discografia dei Foo, la sognante «Learning to fly» e «The pretender», dilatata da un ipnotico intermezzo strumentale.
Non molla la presa, poi, imprigionando la folla nei ritmi spezzati di «Rope», hit di sapore zeppeliniano dal riuscito «Wasting light» del 2011; si lancia in una stralunata cover di «Imagine» di John Lennon, sulla quale adatta il cantato di «Jump» dei Van Halen; non rinuncia all'immancabile tributo punk, sparando a mille i decibel di «Blitzkrieg bop» dei Ramones.
Poi,all'improvviso spuntano on stage i Guns N’ Roses, che offrono un cameo del live di oggi, sempre al Firenze rocks, eseguendo per intero «It's so Easy», dal loro capolavoro «Appetite for Destruction».
Grohl poi tira diritto: «Non mi voglio fermare, non voglio più smettere di suonare», grida poi Grohl ai 65mila. C'é appena il tempo di riprendere fiato con la riflessiva semiacustica «Wheels, e poi giù di nuovo con assi di picche del calibro di «My Hero», «Breakout», «Best of you», «These data».
Megabis con il primo grande successo della band, quella «Everlong» che li consacrò al successo nell'ormai lontano 1997. Dopo oltre due ore e mezzo di pogo il pubblico é sfinito, ma Dave no,ancora non si fermerebbe. Non a caso, lo chiamano l'ambasciatore del rock n' roll.
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