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Il geopoeta Davide Sapienza condurrà 5 escursioni in Adamello

Nicola Rocchi
Lo scrittore e traduttore propone una forma particolare di cammino che privilegia la lentezza e l’esplorazione lasciandosi guidare da ciò che si incontra: le uscite promosse dal Parco dell’Adamello
Davide Sapienza, autore del libro «Il geopoeta»
Davide Sapienza, autore del libro «Il geopoeta»
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Il viaggio più grande, scrive Davide Sapienza nel libro «Il geopoeta», «è quello che porta a esplorare l’infinito presente nei dintorni del nostro esistere quotidiano, della nostra esperienza diretta, che ci svela come un territorio vive dentro di noi mentre lo incontriamo».

Il Parco dell’Adamello è uno dei «dintorni» privilegiati delle esplorazioni di Sapienza, scrittore e traduttore che da molti anni propone – in Italia e nei paesi del Nord Europa – una forma particolare di cammino che privilegia «la lentezza, l’approccio percettivo, l’esplorare lasciandosi guidare da ciò che si incontra».

Le escursioni

«Nei sentieri selvatici» è il titolo delle cinque escursioni promosse dal Parco che, a partire da mercoledì 21 agosto, Sapienza condurrà – in collaborazione con Officina culturale di luoghi e paesaggi Alpes – nelle valli che salgono verso l’Adamello e nella Riserva della Biosfera Valle Camonica - Alto Sebino. Spedizioni «geopoetiche», arricchite dalla lettura di testi letterari e ispirate dal desiderio di riattivare il legame emozionale col territorio, invitando a «esplorare le infinite connessioni tra gli elementi in esso presenti».

Mercoledì 21 agosto il primo percorso, «Alla scoperta delle Foppe di Braone» nell’area più meridionale del Parco. Segue «Esplorando in Val Salarno» (venerdì 30 agosto), verso il rifugio intitolato a Paolo Prudenzini. Domenica 8 settembre si andrà in cerca dei «Sentieri sfuggenti della Val Saviore», «attraverso foreste e praterie vaste e puntellate di antiche località alpine».

Domenica 22 settembre «Equinozio alle Corne Rosse», al cospetto del massiccio montuoso della Concarena. Domenica 20 ottobre, infine, protagonista è «Il Levante del Pizzo Camino»: attraversando la Valle di Lozio si può passare in poco tempo «dai piccoli borghi a versanti selvatici e indomabili». Le escursioni sono gratuite, con iscrizione obbligatoria compilando il modulo sul sito parcoadamello.it dove si trovano anche le informazioni sui dislivelli da affrontare e i luoghi e orari di partenza e arrivo.

L’intervista

Il ghiacciaio dell’Adamello è anche uno dei protagonisti di «Ghiaccio sottile», il podcast sulla crisi climatica realizzato da Sapienza per Rai Play Sound insieme a Lorenzo Pavolini, con la consulenza scientifica del Parco. Questo lavoro ha vinto l’edizione 2024 dell’Italian Podcast Award nella categoria «green».

Davide Sapienza, cosa è un cammino geopoetico?

Un cammino che sollecita la concentrazione dei partecipanti: a loro chiedo di viverli in ogni attimo, di praticare con lentezza una sorta di conversazione interiore col territorio. Il valore della lentezza è poco considerato, perché tendiamo a replicare in montagna i ritmi della vita di ogni giorno. Noi, invece, cercheremo di non fare nulla di standardizzato. I gruppi non sono mai numerosi, il limite è di 20 persone. Ho la possibilità di conoscere chi sto accompagnando e di fargli sperimentare cose non difficili ma diverse: un senso di spaesamento, l’uscita da un sentiero tracciato.

Non dice quali sentieri seguirete. Perché?

La mia è un’ode contro la razionalizzazione di tutto, perché in montagna c’è poco da razionalizzare, se non l’attenzione a non farsi del male e il rispetto dei paesaggi che attraversi. Ma se razionalizzi troppo ti precludi una serie di scoperte. Così, invece, si creano reazioni chimiche non prevedibili fra le persone e l’ambiente. Senza l’ossessione del tempo, della prestazione: in Norvegia, dove ho lavorato nel più importante Parco nazionale, lungo i sentieri non scrivono i tempi di percorrenza, ma solo l’indicazione dei chilometri.

Per l’escursione in Val Salarno avrà come spirito guida Paolo Prudenzini, pioniere ottocentesco dell’alpinismo bresciano...

Per l’occasione ho approfondito la sua figura, di livello altissimo per il valore delle esplorazioni compiute e degli scritti che ha lasciato. Immaginavo quando Prudenzini e i suoi amici andavano a piedi da Breno al Cornone di Blumone, superando un enorme dislivello, senza veri sentieri... Erano proprio geopoeti, dovevano saper interpretare il territorio per capire come procedere.

Ci sono percorsi non scontati, verso le Foppe di Braone o le Corne Rosse. Perché li ha scelti?

L’itinerario delle Foppe è di una bellezza pazzesca, in una zona unica che contiene tante anime di Adamello, dove il tempo si mette in mostra. Con le Corne Rosse si entra in un mondo selvaggio, sotto il massiccio della Concarena. Ci sono scorci paesaggistici molto belli, in un’area completamente calcarea.

In Val Saviore andrà in cerca dei «sentieri sfuggenti»...

Sì, mi piacerebbe fare un’escursione che usa anche alcuni sentieri perduti. Vorrei che le persone andassero un po’ oltre i limiti di quello che pensano; vedere che effetto fa al nostro animo la sensazione di spaesamento. Poi sai che in qualche modo ti ritrovi, impari a interpretare la morfologia del terreno, a capire come sono organizzati i boschi, a comprendere il senso di certe tracce. In questa occasione avremo forse con noi un ospite speciale, che di spaesamenti se ne intende.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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