Cultura

Il figlio di Gei ricorda papà da Gerry Scotti

Paolo, cardiologo originario di Portoferraio, ma da sempre a Brescia, ha mostrato mente brillante e vivace e capace
Renato Gei, icona del Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Renato Gei, icona del Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Nove domande risposte correttamente e un assegno da 15mila euro messo in tasca. Ha fatto un’ottima figura nell’ultima puntata stagionale di «Chi vuol essere milionario» andata in onda mercoledì sera in seconda serata su Canale 5, Paolo Gei, figlio dell’indimenticato bomber bresciano (121 partite e 48 gol con la V sul petto attorno alla metà del secolo scorso) e poi allenatore (6 stagioni negli anni ’60 e ’70) delle rondinelle.

Paolo, cardiologo originario di Portoferraio, ma da sempre nella città del papà, ha mostrato mente brillante e vivace: dopo aver attraversato a nuoto il lago di Garda come dimostrazione di forza per aver sconfitto un cancro, ha emozionato se stesso e il conduttore Gerry Scotti quando, davanti alla domanda numero 5 che lo interrogava sul perchè la maglia della Nazionale fosse azzurra («come omaggio ai Savoia», la risposta correttamente data), ha ricordato il famoso padre con queste parole.

«Portava sempre grandi occhialoni fumè e mi accorsi solo il giorno della sua morte quanto fossero azzurri i suoi occhi. Azzurri come il cielo e anche come la maglia del suo amato Brescia».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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