Cultura

Il «Drago di Cisano» e altri mostri: a San Felice del Benaco la mostra sulle leggende del Garda

«Di demoni, mostri, ninfe e altre storie»: l'esposizione dove undici artisti reinterpretano i racconti mitici e ancestrali del nostro Lago
«Comparsata del gobbo Mometto, del cavaliere senza volto e dell’alieno di S. Severo all’evento diabolico di rinorabdomanzia»: grande installazione a Palazzo Cominelli, con oltre 40 figurine antropomorfe - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it
«Comparsata del gobbo Mometto, del cavaliere senza volto e dell’alieno di S. Severo all’evento diabolico di rinorabdomanzia»: grande installazione a Palazzo Cominelli, con oltre 40 figurine antropomorfe - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it
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I demoni, i mostri, le ninfe. Sono i personaggi che popolano le leggende del lago di Garda, e i protagonisti della mostra site-specific allestita a Palazzo Cominelli di San Felice del Benaco, promossa da associazione Equilibri Avanzati, Fondazione Raffaele Cominelli e Comune, aperta fino al 29 gennaio (ingresso libero sabato, domenica e festivi, orario 10-12.30 e 14.30-17.30. Chiuso il giorno di Natale).

Undici artisti contemporanei reinterpretano i racconti mitici e ancestrali, dando vita all’esposizione «di demoni, mostri, ninfe e altre storie». Sono sculture, disegni, fotografie, installazioni e video, che occupano il Palazzo che fu dimora del poeta gardesano, trasformandolo in luogo fuori dal tempo. «È stato il bisogno di meraviglia - chiarisce la curatrice Anna Lisa Ghirardi - a dare origine a questa mostra. La necessità di tornare alle cose semplici, ma magiche, quelle che da bambini ci venivano raccontate». «Ma non era nostra intenzione solo ascoltare antichi racconti - prosegue Ghirardi -, bensì leggerli, riflettere, interpretarli e congiungere il passato al presente. E questo è il ruolo dell’arte».

Ogni ambiente della casa è occupato da una presenza, antica e nuova. Sono opere realizzate quasi tutte per questa mostra, frutto di un’indagine storica, ma anche introspettiva.

Le opere

C’è «Città sommerse» di Ilaria Gasparroni, che con la sua scultura in marmo bianco di Carrara reinterpreta il mito della città di Benàco, fondata dagli Etruschi e poi travolta da un’esondazione del torrente Toscolano e da una frana del monte Pizzoccolo. 

«Le città sommerse » di Ilaria Gasparroni - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it
«Le città sommerse » di Ilaria Gasparroni - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it

Il bresciano Francesco Levi, attraverso vignette, rappresenta l’origine dei nomi di alcuni luoghi lacustri. «Bestiario etimologico del Garda» alterna versioni accreditate (Garda, per esempio, deriva dal longobardo "warda", che significa "punto di osservazione") a immagini giocose e divertenti: sta allo spettatore distinguere l’invenzione dalla verità.

Il «Drago di Cisano» di Vanni Cuoghi avvolge le pareti di un’intera stanza: è il mostro del lago di Garda, presente nell’immaginario delle leggende benacensi. Ma qui l’immagine dell’animale mitologico è anche collocata in piccole scatole di psicofarmaci («Gardens of the Dragon») conservate in teche trasparenti, come moderni reliquiari: si dice che il sangue di drago avesse un potere curativo, ma queste effigi rappresentano anche i demoni esistenziali che vivono dentro ciascun essere umano.

Il «Gardens of the Dragon» di Vanni Cuoghi - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it
Il «Gardens of the Dragon» di Vanni Cuoghi - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it

Come il drago è associato al demonio, così lo è il coccodrillo. Quello di Stefano Bombardieri sta appeso al volto di mattoni che congiunge il giardinetto dell’ingresso al brolo, dove si trova il diavolo rabdomante di Roberto Ciroli, grande installazione con più di 40 figurine antropomorfe in equilibrio apparentemente precario su un filo, che racconta la leggenda della formazione del lago a partire da un patto col demonio per combattere la siccità.

Il «Coccodrillo geneticamente modificato» di Bombardieri - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it
Il «Coccodrillo geneticamente modificato» di Bombardieri - Foto Roberto Ciroli © www.giornaledibrescia.it

Stesso tema, diversa leggenda (quella del mugnaio Marco raffigurata nello stipite della chiesa di San Sivino a Manerba) nell’opera di Nicola Console e Stefano Mazzanti, ambientata nella cappella-forno. Qui sono proiettate diapositive che sovrappongono foto del paesaggio gardesano a disegni dei protagonisti della storia, e una voce narrante conferisce ulteriori stimoli sensoriali.

Antonella Gandini crea un ciclo narrativo fatto di fotografie retroilluminate e video sulla leggenda dei Lusuri, entità fatate del Monte Baldo, mentre Cecilia Guastaroba si ispira al mito delle Aiguane, creature femminili simili a sirene.

La storia della regina Adelaide di Borgogna ha affascinato Armida Gandini, che ha scelto una pietra della penisola di Sirmione per ambientare la sua videoinstallazione, in cui un’immagine mariana appare e scompare seguendo l’andamento delle onde.

Nicola Biondani dà forma al racconto del cacciatore Gracco, narrato anche da Kafka, con una scultura in creta e un grande disegno. È una sala da visitare come in una veglia funebre, e Gracco è il simbolo dell’uomo moderno, condannato al viaggio eterno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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