Il dipinto in movimento di Annamaria Ajmone al Teatro Grande
In questi giorni il Ridotto del Teatro Grande è al centro dell’attenzione. Prima per la notizia riguardante Damiano David, che per il suo primo singolo da solista post-Maneskin ha scelto questo spazio per girare il video della versione orchestrale. Poi per la danzatrice Annamaria Ajmone, che ha portato qui la performance «Senza titolo», azione che a uno sguardo non abituato alla danza contemporanea potrebbe sembrare bizzarra, strana. Ma «Senza titolo» è un’opera da gustare esteticamente, riflettendo allo stesso tempo sulla riappropriazione degli spazi.
L’intento della performance è esattamente quello di spostare gli occhi del pubblico su un luogo conosciuto, ma a volte dato per scontato oppure osservato con superficialità. Ecco perché ogni volta la coreografia cambia: è fatta di molta improvvisazione istantanea e viene costruita dall’artista in base allo spazio in cui si trova. Prima di arrivare qui è passata per esempio dalla Triennale di Milano, dal Museo Sant’Orsola di Firenze e da quello di Castelvecchio.
Nell’intervista al Giornale di Brescia l’aveva detto: sarebbe stato difficile muovere il pubblico, essendo il Ridotto una grande sala regolare. E in effetti è stato così: le persone si sono sedute sulle poltroncine lungo il perimetro, ma Ajmone è riuscita comunque a portare i loro occhi su dettagli diversi, a partire dai balconi superiori e dal soffitto affrescato.
È partita infatti dai piani più alti, sbucando da una balaustra prima con la voce e poi con il corpo, e scendendo nel Ridotto solo in un secondo momento. Ad accompagnarla era esclusivamente la sua voce, insieme allo scalpiccio dei piedi sul seminato veneziano del pavimento. Niente musica. Niente di niente.
In venti minuti si è mossa aggraziata e poi sgraziata, ha intonato delle note vagamente operistiche, ha fischiato, si è avvicinata al pubblico quasi toccandolo, si è fatta vedere negli specchi e si è nascosta. L’impressione era quella di osservare un bellissimo quadro in movimento. Forse una frase banale, ma il Ridotto in «Senza titolo» è cornice e paesaggio. Annamaria Ajmone – vestita di bianco e rosso, vampiresca e vittoriana – è il piccolo personaggio che sposta gli sguardi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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@Domenica
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