Cultura

Il concerto monumentale dei Motorpsycho alla Latteria Molloy

Straordinario live dei Motorpsycho ieri sera a Brescia: tre ore di rock, psichedelia e poesia da togliere il fiato
  • I Motorpsycho alla Latteria Molloy
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Chiudevi gli occhi e quella che sentivi non era solo musica, ma un’onda oceanica, una raffica di vento senza sosta né fine, un calore immenso che ti trascinava altrove. Duri, psichedelici, capaci di momenti di poesia misteriosa alternati a rabbia controllata e granitica. I Motorpsycho non sono solo una rock band, una tra le più longeve nel panorama alternativo, sono un elemento della natura oltre a fuoco, aria, acqua e terra.

L’energia che hanno sprigionato ieri sera alla Latteria Molloy sta ancora risuonando tra i muri del locale: i norvegesi Bent Sæther, Hans Magnus «Snah» Ryan e Tomas Järmyr hanno riempito nota, ogni suono, ogni accelerazione e ogni pausa di quiete con tutti loro stessi, senza risparmiarsi e senza risparmiare il pubblico, frastornato dopo tre ore di concerto memorabili, con al centro i brani di The Crucible, l'ultimo album, ma anche chicche dal passato. Brani che diventano suite travolgenti, in cui la fine è solo l'inizio di un nuovo viaggio.

Sono in giro dal 1989, c’è chi li ha visti dalle dieci alle venti volte in questi anni, ma ogni occasione è unica, con scalette che cambiano sera dopo sera e la costante capacità di trasfigurare le canzoni a loro piacimento, restando fedeli al suono che fa da ponte tra gli anni Settanta e gli anni Novanta. Pubblico in prevalenza maschile - tanto che quando scatta il classicone «Feel» il ritornello collettivo è cantato con tonalità da coro degli alpini - che si lascia travolgere dal suono, senza esagerare con l’headbanging, figuriamoci con il pogo: attorno ai quarant’anni, età media dei numerosi presenti, è meglio andarci piano. Da quando vennero a Brescia le prime volte, alla Festa di Radio Onda d'Urto quando ancora era al Monastero di Sant'Eufemia, è passata una vita, ma la loro musica non ha perso nemmeno un briciolo di potenza. Monumentali

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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