Cultura

Il 9 marzo 1897 a Brescia nasceva Padre Ottorino Marcolini

Dopo la guerra decide di farsi carico dei due problemi che maggiormente affliggono i bresciani: quello del lavoro e quello della casa
Padre Marcolini ritratto da Luca Ghidinelli «In punta di matita»
Padre Marcolini ritratto da Luca Ghidinelli «In punta di matita»
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 9 marzo 1897 a Brescia nasceva Padre Ottorino Marcolini, primo di sei fratelli da Abramo Marcolini e Giulia Brioni. Si potrebbe parlare a lungo di Padre Marcolini. Della sua infanzia, della sua vocazione, del contesto storico in cui maturò, ma questa rubrica oggi si focalizzerà su quanto è stata importante la sua figura nella ricostruzione post bellica.

Marcolini durante la seconda guerra mondiale fu Cappellano Militare, fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato in un lager. Durante la prigionia Ottorino solidarizzò con gli altri detenuti italiani, cercò di dare loro un'istruzione e si dedicò alla loro assistenza. Fu liberato il 23 aprile 1945, rientrò a Brescia e riprese il suo apostolato in mezzo ai giovani, restando fino al 1951 parroco nella Parrocchia della Pace. La realtà è drammatica. Miseria e distruzione hanno annichilito la popolazione e la città ha subito ingenti danni a causa dei bombardamenti.

Padre Marcolini decide di farsi carico dei due problemi che maggiormente affliggono i bresciani: quello del lavoro e quello della casa. Nel suo progetto ogni famiglia doveva avere «la proprietà da terra a cielo ed un pezzetto di terra da adibirsi ad orto e giardino». Favorì il movimento cooperativo ed a sua volta fondò una Cooperativa di Giovani Muratori. Fu promotore dell'Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti e si dedicò assiduamente ad una vasta serie di iniziative in favore di giovani, lavoratori, reduci di guerra ed orfani.

Nel 1953 con l'intento di migliorare le precarie condizioni economiche di tante famiglie, fondò la Cooperativa Sociale «La Famiglia», che si proponeva di costruire case solide e dignitose, da dare in proprietà individuale ai soci. L'intenzione di Padre Marcolini era «costruire piccole case con pochi alloggi». Ebbe l'idea di costruire piccole case bifamiliari od a schiera in piccoli villaggi periferici, pensati a misura d'uomo e vincolati ad una vita sociale. Ogni villaggio comprendeva chiese, asili, oratori, ACLI e tutti quei servizi che avrebbero tutelato una esistenza dignitosa.

I primi villaggi sorsero nella zona Ovest di Brescia. Il primo fu quello del Violino, con 252 appartamenti.
Fu l'inizio di una grande opera di edilizia solidaristica, che portò dal 1953 al 1987 alla costruzione di ben 6631 appartamenti che tutt'ora danno alloggio ad oltre 25mila bresciani.

Padre Marcolini morì a Brescia il 23 novembre 1978 all'età di ottantuno anni e lasciò alla città ed a parte della provincia una grande eredità: una casa.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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