Il 24 giugno 1958 a Gardone Val Trompia nasceva l'alpinista Silvio Mondinelli
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 24 giugno 1958 a Gardone Val Trompia nasceva Silvio Mondinelli, alpinista e scalatore, che dal 12 luglio 2007 è annoverato tra i pochi scalatori al mondo ad aver raggiunto tutte le 14 vette più alte del pianeta senza il supporto di ossigeno supplementare.
L'avventura professionale di Mondinelli inizia nel 1976, quando inquadrato nella Guardia di Finanza viene a contatto con le Alpi, ed in particolare con il Monte Rosa. Dal 1978 entra nel soccorso alpino di Alagna Valsesia e dal 1981 inizia ad essere guida alpina, sempre nella medesima località.
Dopo avere scalato le vette nelle zone adiacenti al Monte Rosa, salendo in altezze che variavano dai 3320 ai 4050 metri nel 1985 apre con i colleghi Fabio Loss e Paolo della Valentina un ardito itinerario sulla parete sud-est della Punta Gnifetti, sempre sul Monte Rosa inerpicandosi fino ai 4559 metri con quasi 1000 metri di dislivello.
Le prime esperienze fuori dai confini nazionali iniziano nel 1984, scalando montagne in Sud e Nord America e più avanti l'Himalaya ed il Karakorum.
Nel 1993 raggiunge la prima vetta oltre di 8000, il Manaslu, in Nepal, per poi trasferirsi in Cina e scalare lo Shisha Pangma, per poi tornare in Nepal a scalare il Lhotse, entrambi anch'essi oltre gli 8000 e poi via via tutte le maggiori vette.
Nel 2001 scala quattro 8000 nell'arco di 5 mesi: in questa impresa titanica si inerpica sull'Everest, Gasherbrum I, Gasherbrum II e Dhaulagiri.
Nel 2005, grazie all'Onlus "Amici del Monte Rosa", da lui stesso fondata, costruisce ed attrezza un "Trauma Point" con lo scopo di assistere , sul Kathmandu, le numerose vittime degli incidenti stradali. Nel 2010 diventa uno dei pochi uomini al mondo ad avere scalato l'Everest da entrambi i versanti, senza l'ausilio di ossigeno supplementare.
Nel 2012 sopravvive ad una valanga sul Manaslu. In quell'occasione Silvio viaggiava con due compagni, Cristian Gobbi, che a sua volta si salvò ed Alberto Magliano, che purtroppo venne estratto morto dalla neve. Oltre che per i grandi traguardi sportivi raggiunti, SIlvio viene anche ricordato per avere salvato ripetutamente alpinisti in difficoltà ad altissime quote e per questa sua dote viene spesso chiamato per operazioni di soccorso estreme e tra queste, quella forse più rinomata, fu quando, nel 2008, partì per una spedizione sul Nanga Parbat, in Pakistan, per trarre in salvo, in condizioni disperate, gli alpinisti Walter Nones e Simon Kehrer.
Per i suoi meriti sportivi venne insignito della Croce d'oro al Merito della Guardia di Finanza e fu nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2009.
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