Il 20 maggio 1540 nacque Gasparo da Salò
Lo spazio che accoglie le vignette «In punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 20 maggio 1540 nasce Gaspare Bertolotti, liutaio e contrabbassista, meglio conosciuto come Gaspare da Salò. Quella dei Bortolotti è una famiglia d'arte. Gaspare è figlio e nipote di due musici e compositori professionisti di alto livello ed ha pure un cugino, Bernardino Bortolotti, che suona presso la Corte dei D'Este, potente famiglia che detiene il potere a Ferrara, suona presso i Gonzaga di Mantova ed è «Musico di Sua Santità il Papa nel Castello di Sant'Angelo», come certifica il Vaticano.
Per Gasparo la formazione musicale e liutaria avviene in famiglia e sull'onda di traguardi sempre più importanti raggiunti da suonatori di Salò, ed in generale bresciani, presso la Corte dei Dogi, la Basilica di San Marco a Venezia e le corti Europee a partire dagli anni intorno al 1540 e fino alla fine del secolo. Proprio mentre si stava cimentando nell'arte musicale, nel 1562 viene a mancare il padre e Gaspare si trasferisce a Brescia. Per prima cosa, oltre all'appartamento, affitta una bottega in zona Via Cairoli.
La nomea e la bravura del giovane Bortolotti arrivano presto in città e la bottega diventa subito una fiorente attività che proseguirà in sensibile crescendo, al punto di divenire, nel breve volgere di qualche anno, una delle più importanti d'Europa per la produzione di ogni tipo di strumento ad arco, sia in stile antico che in stile moderno. Per fare fronte alle commissioni il suo negozio diventa una bottega d'arte con cinque allievi che, con lui, producono Violini, violoncelli, bassi, contrabbassi, lire, cetre e viole che allietano le camere, le corti e le chiese e cattedrali di mezza Italia.
Le esportazioni più consistenti raggiungono Roma, Venezia e la Francia. Il grosso giro di affari gli permette di acquistare estesi appezzamenti e possedimenti terrieri nel Calvagese, nonché diverse proprietà immobiliari in zona Contrada delle Cossere. Gasparo è così famoso che nel 1591 e sino alla morte è insignito della qualifica di «Maestro del Violino». Oltre che essere stato un ottimo liutaio, fu anche un virtuoso contrabbassista, cosa che ci fa capire la sua altra conoscenza dello strumento. Tenne numerosi concerti e da trascrizioni contabili si legge che nel 1604, per una celebrazione religiosa presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore in Bergamo, fu pagato il doppio degli altri, come suonatore di violone.
Morì a Brescia il 16 aprile 1609. Le spoglie mortali furono sepolte presso la Chiesa di San Giuseppe in città, anche se, a tutt'oggi, non è dato a sapere in quale punto siano state poste. I suoi strumenti, soprattutto i violini, furono studiati 100 anni dopo da Stradivari che fu colpito dalla potente e duttile sonorità, dal timbro molto corposo e penetrante unito ad una rapidità di risposta che sprigionava in un suono fluido ed al tempo stesso potente.
Un suo contrabbasso è conservato tutt'oggi, circa 500 anni dopo, presso la Basilica di San Marco a Venezia, un secondo, di eccezionale rarità, si trova nel Museo degli Strumenti Musicali di Roma ed un terzo, usato per decenni da Leonardo Colonna, contrabbassista del Teatro della Scala di Milano, è stato acquistato dalla famiglia salodiana dei Biondo e dato in comodato d'uso al Comune di Salò per le sue manifestazioni musicali.
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