Il 18 gennaio 1971 nasceva quel fenomeno di Pep Guardiola
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 18 gennaio 1971 a Santpedor, Spagna, nasce Joseph Pep Guardiola, allenatore di calcio, calciatore spagnolo che ha vestito anche la maglia del Brescia, attualmente tecnico del Manchester City.
Nella sua carriera calcistica, Guardiola ha quasi sempre indossato la maglia blaugrana del Barcellona, dove entrò tredicenne nel settore delle Giovanili. E fino ai trent’anni rimase in terra catalana.
Era il biennio 2001-2002, quando Guardiola indossò la casacca del Brescia. A Brescia arrivò con una eco mondiale un giocatore con una visione di gioco come pochi. Non era particolarmente veloce, ma sapeva fare correre la palla. Sapeva gestire i tempi di gioco, con passaggi precisi e millimetrici o lunghi lanci che finivano sul piede del compagno. Era un regista basso che giocava prevalentemente davanti alla difesa. Ruolo che ricoprì per 18 anni nel Barcellona. Guardiola ha portato il nome di Brescia nel mondo e alla nostra città è rimasto legato da ricordi bellissimi, soprattutto nella persona di Gino Corioni su cui Guardiola dispensa sempre parole di stima e gratitudine. La bella esperienza con le rondinelle ricordata da tutti i tifosi biancoblu fu segnata poi dalla squalifica per doping, quando Guardiola risultò positivo al nandrolone in due occasioni e la Procura chiese una squalifica di un anno, comminata poi in 4 mesi. Pep rientrò in campo nella primavera del 2002.
Le vicende che hanno portato alla sua squalifica hanno privato il nostro Brescia di un punto di riferimento e di un leader che sin dal primo momento si attirò addosso l'ammirazione, la stima e gli applausi dei tifosi delle rondinelle. In quelle due stagioni, come ricordava Daniele Bonera, lo schema tattico del Brescia era semplice: Pirlo dava la palla a Guardiola che la lanciava a Roberto Baggio. Il miglior Brescia di sempre.
La Roma lo prese per il campionato 2002-2003. In maglia giallorossa giocò poco e non ci fu mai un feeling, al punto che Pep fece ritorno a Brescia già a gennaio. Qui rimase per tutto il girone di ritorno, per poi passare all'Al-Ahli Doha, nel campionato qatariota, dove giocò per due stagioni. Nel 2006 passò poi al Dorados, in Messico, dove disputò soltanto 10 partite e maturò la decisione di abbandonare il calcio.
Appese le scarpe al chiodo, Guardiola iniziò un corso per diventare allenatore in Spagna e trovò le porte aperte in casa Barcellona, dove gli fu offerto di allenare il Barca B. Le vittorie e il gioco spumeggiante convinsero la dirigenza ad affidargli le redini della squadra principale, facendo esplodere il fenomeno Pep. In quattro anni, dal 2008 al 2012, la squadra guidata da Guardiola ha vinto tre campionati, due coppe nazionali, tre Supercoppe spagnole, due Champions League, due Supercoppe Uefa e due Coppe del Mondo per club Fifa. Questi 14 trofei hanno fatto entrare Guardiola nel Palmares della Società come tecnico più vincente nella storia del Club.
Dal 2013 al 2016 ha allenato il Bayern Monaco, con cui ha vinto una Supercoppa Europea, una Coppa del mondo per Club, tre campionati tedeschi e due Coppe di Germania.
Dal 2016 vive in Inghilterra, dove è alla guida del Manchester City: da allora ha vinto tre Premier League, una FA Cup, quattro League Cup e due Community Shield.
È considerato uno dei migliori allenatori del mondo e attualmente, con 31 trofei in 13 anni di carriera, è il quarto allenatore più vincente della storia dietro a Sir Alex Ferguson (49), Mircea Lucescu (35) e Valerij Lobanovsky (33).
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