Cultura

Il 14 gennaio nacque il «diavolo italiano» Giovanni Ravelli

Motociclista e aviatore, il suo nome è indissolubilmente legato allo storico marchio Moto Guzzi
Giovanni Ravelli ritratto dalla matita di Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Ravelli ritratto dalla matita di Ghidinelli - © www.giornaledibrescia.it
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Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 14 gennaio 1887 in città nasceva Giovanni Ravelli. In città in suo ricordo c'è una lapide commemorativa, al civico 23 di Corso Matteotti, ma la storia avventurosa di questo bresciano vale la pena di essere raccontata più nello specifico.

Ravelli è infatti stato un motociclista e aviatore, veterano della Prima Guerra Mondiale, pluridecorato, con tre medaglie d'argento al valore militare, Ma soprattutto la sua storia è legata ad un nome storico dei motori italiani. Fu infatti ispiratore della Moto Guzzi, insieme a Carlo Guzzi e Giorgio Parodi. Si accordarono che al termine della Guerra avrebbero creato una casa motociclistica, della quale Ravelli sarebbe stato testimonial, nonché pilota per le competizioni. Ravelli però morì prima della realizzazione del progetto e così Parodi e Guzzi fondarono a Genova la Società Anonima Moto Guzzi, scegliendo come logo un'aquila a ricordo dell'amico scomparso.

La storia

Ravelli da motociclista vinse importanti gare, tra le quali il Concorso Motociclistico di Madrid, dove si conquistò il soprannome di «diavolo italiano» per la sua spericolatezza e sprezzo del pericolo. Vinse anche il circuito d'Italia della Gazzetta dello Sport e il circuito del Motoclub di Brescia.

Nel 1911 diede sfogo all'altra sua grande passione e si iscrisse alla Scuola di aviazione Deperdussin vicino a Reims, in Francia, dove conseguì il brevetto di pilota.
Sempre in quell'anno ideò una scuola di aviazione in terra bresciana, a Montichiari, comprando in terra francese tre monoplani e mettendosi a disposizione come istruttore. Conseguì il brevetto di pilota militare nel giugno 1914.

Con l'inizio della Grande Guerra si arruolò nella Regia Marina e fu impiegato, nel 1917, come volontario motonauta pilota di idrovolanti e partecipò a numerose azioni di guerra per le quali gli vennero conseguite le suddette Medaglie al Valore. Morirà l'11 agosto 1919, al rientro da un lungo volo di collaudo, schiantandosi al suolo per l'improvviso spegnimento del motore in fase di atterraggio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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