Il 10 settembre nasceva Bruno Giacomelli: auguri all'ex pilota automobilistico
Lo spazio che accoglie le vignette «in punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.
Il 10 settembre 1952 a Poncarale nasceva l'ex pilota automobilistico Bruno Giacomelli, vincitore del Campionato Europeo di Formula 2 del 1978. Bruno corse nelle principali categorie automobilistiche, anche se, obiettivamente, la sua carriera è principalmente legata all'Alfa Romeo, con cui disputò quattro stagioni.
Giacomelli iniziò la sua carriera di pilota sulle due ruote, nel 1968, guidando nella categoria motocross. Tre anni dopo si iscrisse alla scuola di pilotaggio di Henry Morrogh e l'anno seguente esordì in Formula Ford Italia al volante di una Tecno dei fratelli Pederzani, già costruttori di Kart con la Tecnokart. Nel 1974 debuttò in Formula Italia, dove, sempre in questa categoria nel 1975 conquistò il titolo. In quegli anni, non essendo ancora professionista, per mantenere la sua passione per i motori si misurò in diversi lavori: dal tipografo al disegnatore di rubinetti, passando da operaio ad addetto alle riproduzioni d'arte.
Nel 1976 decise il grande salto: si licenziò, si trasferì in Inghilterra e si concentrò sulle corse. In terra inglese prese parte al Campionato Britannico di Formula 3, vincendo lo ShellSport, piazzandosi al secondo posto nel trofeo BP e dominando la gara del Week-end di Montecarlo, dove fece un incontro che avrebbe potuto cambiargli la vita: infatti, Enzo Ferrari in persona gli promise un posto in Formula Uno, alla guida di una Rossa.
A fine stagione Ferrari non mantenne la promessa, o meglio la mantenne in parte, offrendogli un posto in Formula 2, categoria in cui passò nel 1977 alla guida di una inglese March. L'anno successivo sempre sulla monoposto inglese vinse il titolo italiano ed europeo di categoria, ottenendo il brillante risultato di otto vittorie su dodici gare disputate. Il record di Giacomelli rimase imbattuto fino alla soppressione della categoria.
Nel 1977 Bruno esordì in Formula 1 al Gran Premio d'Italia, quando la McLaren gli mise a disposizione la terza vettura per allenarsi sotto quelle insegne fino a fine stagione, quando fu avvicinato dalla Williams, ma alla fine la scelta della scuderia inglese cadde su Clay Regazzoni.
Finalmente nel 1979 si aprirono le porte della Formula 1: l'Alfa Romeo, progettando un rientro nella categoria, lo ingaggia come pilota. Durante quella prima stagione Bruno non riesce a conquistare punti. Quella successiva, alla guida di un modello più competitivo, Giacomelli conquistò i primi punti Mondiali al Gran Premio d'Argentina. Quell'anno un grave lutto colpì il pilota e la scuderia: Depailler, compagno di squadra morì durante le prove private a Hockenheim in Germania. In quel campionato la monoposto guidata dal bresciano raggiunge piazzamenti di tutto rispetto, tra i quali tre seconde file e quella che sarà l'unica pole position nella carriera di Giacomelli. A fine stagione il pilota bresciano e la Scuderia concordarono un contratto biennale. Il primo anno di contratto portò buone prestazioni e tra queste viene senz'altro ricordato il terzo posto di Bruno al Gran Premio di Las Vegas, dietro a Jones e Prost. La stagione successiva fu magra di soddisfazioni ed a Giacomelli non venne rinnovato il contratto e dunque nel 1982 passò alla Toleman.
Anche lì non fu un anno fortunato ed il pilota bresciano non venne confermato perché al suo posto era stato ingaggiato un giovane esordiente che passerà alla storia della Formula Uno: Ayrton Senna.
Bruno si trovò senza squadra e cominciò a gareggiare in Formula Indy, in Interserie, in Cart, in Endurance per poi riapprodare in Formula 1 nel 1990 alla guida di una Life, team debuttante in quella categoria. La monoposto non era competitiva e con i suoi 300 cavalli, a fronte dei 700 delle altre scuderie, era anche piuttosto lenta. La stagione fu molto deludente e Bruno a fine stagione si ritirò.
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