Cultura

Idro e Brescia nella fantastoria di Guido Morselli

Lo scrittore, nel romanzo «Contro-passato prossimo», immagina vincitori diversi per la Grande guerra
Guido Morselli  © www.giornaledibrescia.it
Guido Morselli © www.giornaledibrescia.it
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Benedetto Croce sosteneva che la storia fatta con i «se» fosse un esercizio inutile.

In molte conferenze sulla Grande guerra, tuttavia, una domanda ha sfiorato relatori e pubblico: se avesse vinto l’Austria-Ungheria? Uno scenario possibile fu immaginato da Guido Morselli, nel romanzo «Contro-passato prossimo». Il testo parte dalla guerra in stallo ma qui si innesta il futuro ucronico: l’operazione Edelweiss. Gli Austriaci scavano un tunnel che sbuca in Valtellina e riescono a battere gli Italiani.

Tutto si modifica: Hitler rimane un pittore mediocre, Mussolini un giornalista, Lenin emigrante negli Stati Uniti. «Contro-passato prossimo» testo intrigante e raffinato, riguarda anche Brescia: le colonne austriache attraversano la nostra città, passando per Urago Mella. Il paradosso fu una costante per Morselli: considerato uno dei maggiori del nostro Novecento dopo la fine tragica, in vita ebbe solo stroncature, comprese quelle di Calvino e Pasolini.

Ad introdurci nell’universo di Morselli, Elena Borsa e Sara D’Arienzo curatrici di un volume dei romanzi di Morselli per Adelphi e tra le prime ad avventurarsi nell’universo di questo scrittore. Come ricorda Elena Borsa, con la compagna di studi, «abbiamo avuto i primi contatti con Morselli attraverso lo studio dei suoi manoscritti. Tra il 1995 e il 1996 iniziammo la ricerca sulle carte, donate dall’erede all’università di Pavia. Quei bizzarri collages di riscritture e ritagli raccontavano la storia di un uomo che aveva dedicato la vita alla letteratura».

All’epoca però Morselli non fu capito: «Ha giocato molto la sua natura di autodidatta, outsider e solitario; troppo estraneo alla nostra tradizione letteraria, con quella passione per il fantastico che poggia su solide basi, documentate con precisione quasi notarile». A rendere affascinante lo scrittore sono anche le trame, oltre ad una scrittura che, come precisa D’Arienzo «risignifica parole e frasi».

«In "Contro-passato prossimo" Morselli non era interessato alla contro-storia - ricorda Borsa - come semplice esercizio d’invenzione o "riaggiustamento" di quello che della Storia non aveva funzionato. Per Morselli, lettore di Jaques Monod, è la volontà, l’intelligenza, la fantasia e la determinazione degli individui che muta il caso in fine». Su questa linea anche «Dissipatio humani generis», il suo ultimo testo: un uomo rinuncia al passo estremo ma a scomparire è il resto dell’umanità. Come sottolinea D’Arienzo «anche in "Dissipatio" Morselli immagina un mondo diverso, dove il capitalismo non c’è più, un’alternativa alla realtà, grazie alla letteratura. Come in "Contro-passato", lui è il sopravvissuto di un mondo svanito nel nulla; in questo caso proietta le sue ipotesi nel futuro, quasi in chiave fantascientifica: una realtà in cui l’umanità è scomparsa e con essa problemi come quelli legati all’ecologia. Anche in questo caso investigava le possibilità offerte dalla storia».

E i rapporti con Brescia? «Nel "Contro-passato prossimo" Brescia e le terre circostanti - ricorda Borsa - sono strategicamente individuate come meta dell’Edelweiss Expedition. Nel romanzo la direttrice Tione-Idro-Brescia assume un ruolo di primo piano, come via principale delle vittoriose incursioni delle truppe austriache sul suolo italiano ed Idro viene scelta come base operativa per le operazioni che permetteranno di invadere in maniera pressoché incruenta il Nord Italia. Brescia era familiare allo scrittore anche perché il padre Giovanni era diventato consigliere della Caffaro e aveva procurato un posto al figlio negli uffici comunicazione della "Carlo Erba"».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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